Emozioni supplementari nell’ultima giornata degli Ottavi di finale di Brasile 2014. Si parte con la sofferta vittoria dell’Argentina per 1-0 contro la Svizzera dopo 120 minuti dove sarebbe potuto succedere di tutto.
I primi 45 minuti del confronto regalano come unica grande occasione la parata di piede di Romero sul tiro di Xhaka e la respinta anche sul successivo tiro dello juventino Lichtsteiner. Il portiere ex Samp si conferma per l’ennesima volta uomo in più per la tremolante difesa argentina, punto debole di una squadra che vive sulle folate offensive di due fuoriclasse come Messi e Di Maria. I due giocatori di Barcellona e Real Madrid sono gli unici che per adesso si stanno distinguendo nel reparto offensivo albiceleste poiché gli Higuain, i Lavezzi e i Palacio ancora non stanno rendendo per il meglio. Le reti messe a segno fino ad ora nel mondiale dagli argentini sono così distribuite: 4 Messi, una Rojo, una Di Maria e un’autorete bosniaca. Troppo poco per una squadra arrivata in Brasile con delle bocche da fuoco da più di 100 gol stagionali. La Svizzera rimane in partita grazie anche a tale abulia offensiva, confermando la bontà di una generazione che ha scalato negli ultimi anni il ranking Fifa.
Gli elvetici si presentano in campo con un 4-2-3-1 ben chiuso e protetto che si trasforma spesso in un 4-5-1 con il solo Shaqiri in zona offensiva. Questo modulo permette di controllare bene l’albiceleste che in tutto il primo tempo si rende protagonista soltanto con un innocuo colpo di testa di Higuain. Nel secondo tempo però lo spartito cambia con la salita al potere dei due tenori argentini che cercano di fare loro la sfida prima dei tempi supplementari. Messi ha due occasionissime nei secondi quarantacinque minuti di gioco ma viene fermato da un ottimo Benaglio e così si prosegue per altri trenta minuti di gioco dove viene fuori tutta la voglia di Di Maria: prima una gran sassata al diciannovesimo minuto che ancora Benaglio devia miracolosamente e, infine, l’occasione che deciderà la gara. Fuga di Messi in contropiede, azionato da una palla persa da Lichtsteiner, che pesca sulla destra Di Maria liberissimo che con un diagonale insacca in rete. Gara sbloccata, argentini già in festa ma non è finita: nel recupero clamoroso palo di testa di Dzemaili e sulla respinta del legno ancora il giocatore del Napoli non riesce a depositare in rete. Finisce così, tra i rimpianti svizzeri e gli sguardi di Messi verso il cielo, un’altra emozionante gara mondiale. La grandezza delle prestazioni messe in campo da Messi e Di Maria sono confortate dai numeri: 95 i palloni toccati dalla Pulce con un tiro in porta e uno fuori. 50 i passaggi effettuati (13 sbagliati) con un lancio, 3 cross, una sponda, 8 occasioni create, 7 dribbling riusciti e 4 falliti. Inoltre sono 5 i falli subiti, a conferma di come gli svizzeri abbiano dovuto abbatterlo per poterlo fermare in molte circostanze. Di Maria è stato più attivo dell’ex Pallone d’oro con 125 tocchi ma anche con 51 palloni persi, conferma di imprecisione ma anche di numerose azioni passate per i suoi piedi. Il numero 7 ha effettuato 3 tiri in porta, 2 fuori, 11 cross, 3 occasioni create, 9 dribbling fatti (5 sbagliati) e 5 falli subiti. Tutti questi numeri confermano la dimensione mondiale di Messi e quella raggiunta dall’ex giocatore del Benfica, che corona con il primo gol ai mondiali la stagione della Decima blanca.
Alle 22 sono scese in campo le due squadre che si giocavano il posto di sfidante dell’albiceleste, cioè Belgio e Stati Uniti. I primi novanta minuti vedono una netta superiorità per il Belgio, con tanto possesso palla e un paio di occasioni pericolose. De Bruyne (due volte) e Fellaini provano nei primi quarantacinque minuti di insaccare ma un grandissimo Howard li blocca. Nel secondo tempo non cambia il copione e il protagonista principale: Howard, portiere dell’Everton , si conferma un supereroe per i colori a stelle e strisce. Su Mirallas e Hazard sono due veri e propri miracoli quelli del portiere americano, che sarà baciato dalla fortuna quando un colpo di testa di Origi si infrange sul palo. Da un tale dominio non potrebbe che nascere un gol belga, ma il calcio è una scienza inesatta e al tramonto della sfida potrebbe accadere una sliding doors clamorosa per quello visto in campo: su una sponda di Jones, nell’ultimo minuto di recupero, Wondolowski incredibilmente spara al cielo solo davanti a Courtois. Si va così per l’ennesima volta di questi mondiali ai supplementari, subito sbloccati da De Bruyne: su una grande palla recuperata da Lukaku si avventa l’ex giocatore del Chelsea che, con un tiro in diagonale, fulmina Howard. Il primo extratime finisce con il secondo gol belga, autore il sin qui anonimo Lukaku che trova uno di quei gol che ha fatto innamorare i tifosi di West Bromwich e Everton.
La partita sembra strachiusa ma al secondo minuto del secondo tempo supplementare Bradley trova Green in area che, in semi-volè, mette alle spalle di Courtois. Iniziano così quindici minuti intensissimi con gli Stati Uniti sin lì offensivi che si trasformano e sfiorano fino all’ultimo il gol del pari. L’occasionissima fallita dall’ex Fulham Dempsey sancisce la fine dei sogni americani e il loro ritorno a casa, mentre per i belgi la sfida contri gli argentini è alle porte. Vendicare la semifinale persa nel 1986 è un obbligo e alle 18 del 5 Luglio si cercherà di vendicarsi di questo vecchio affronto.