Essere genitore ma anche medico, assistente sociale di un figlio disabile

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Molti dei problemi di base con cui i genitori di bambini portatori di handicap hanno a che fare vengono direttamente dalla società. Tali problemi sono originati dagli stereotipi e dalla convinzioni della società moderna. E bisogna dirlo: Tutti noi siamo particolarmente sensibili a questi miti, a queste convinzioni che crescono insieme a noi. Uno dei “miti” della nostra società è la visione stereotipata dei bambini, in special modo dei propri figli; visione che tv e mass media ci portano ad assumere come figure fisicamente e mentalmente belle e perfette. Proprio per questo, molti genitori che hanno un figlio disabile non riescono a vedere una replica perfetta di se stessi e si addossano colpe che in realtà non esistono.

Avere un figlio disabile può portare veramente molti vantaggi sotto l’aspetto del miglioramento psicologico, sensoriale, emozionale e comportamentale della persona, ma può anche portare ad una strada piena di insidie, complessi di inferiorità, ostacoli, dalla quale è difficile uscire. Allo stesso tempo, se i genitori hanno la sfortuna di avere un figlio portatore di handicap, la società poi ipocritamente si aspetta che siano automaticamente dei supergenitori . Essi devono fornire enormi supporti e cure, amore e attenzione per il loro bambino, ben oltre gli assistenti sociali. Essi , anche se sono assistiti da medici competenti devono comunque fare questo,e inoltre, devono farlo 24 ore al giorno, 365 giorni all’ anno, in caso contrario essi sono cattivi genitori.

I genitori di bambini portatori di handicap devono rendersi conto che fugaci momenti di risentimento e momenti di “debolezza mentale” sono naturali, e non indicano che sono cattivi genitori. Il miglior aiuto può essere trovato nell’ interazione con i genitori che hanno sperimentato e risolto tali problemi. Anche se la situazione di ogni famiglia è unica, e ciò che funziona per una famiglia non può funzionare per un altra, avere qualcuno con problemi comuni con cui interagire è di per sé una terapia.

I genitori si rendano conto, inoltre, che solo formando un vero gruppo possono realizzare i cambiamenti nella società che sono necessari. Pertanto, al fine di far sentire la propria voce, i genitori di bambini portatori di handicap devono unirsi e cercare obiettivi comuni per il loro benessere e per i loro bambini.