Evviva i risparmiatori italiani che non si lamentano mai! Avere un conto aperto con una banca è sempre un errore, te la fanno pagare in tutte le maniere! Le Banche fanno legalmente e con suo gran vantaggio quello che se fatto dai cosiddetti usurai è considerato strozzinaggio. Venti milioni di italiani grazie al governo Monti pagano un’imposta annuale dell’1,5 per mille sui propri risparmi senza batter ciglio. Per la fine del 2013 è prevista una stangata soprattutto per i piccoli e piccolissimi risparmiatori. Quest’ultimi infatti saranno tassati fino al 34,2% del capitale depositato sul conto: questo perché è previsto un minimo invalicabile di 34,20 euro. Si salveranno perciò solamente i conti depositi che non supereranno la cifra registrata di cinquemila euro. Una patrimoniale sui poveri per salvare le banche e invitare i risparmiatori a evitare depositi bancari. A quest’ultima preoccupante eventualità ha già pensato Pierluigi Bersani (segretario del PD) che in campagna elettorale nel programma ha previsto la riduzione del contante a 350 euro cosicché qualsiasi altro guadagno dovrà per forza passare per una carta elettronica rilasciata e non gratuitamente dagl’istituti di credito. In tal caso, anche se i risparmiatori pensassero di non voler più depositare i loro soldi negli istituti bancari sarebbero costretti ugualmente a dover far transitare tutti i proventi attraverso un conto. Ancora una volta, dinanzi al falso problema di risolvere l’evasione fiscale si adopererà un meccanismo reso legale dalla nostra politica per abbassare nuovamente le braghe ai risparmiatori italiani. Tutto ciò a fronte di un momento di crisi economica, di crollo della produzione industriale e con una disoccupazione generale che ha superato ogni livello accettabile di guardia. In attesa di un governo capace di sviluppare una tassazione più equa e non disonesta come quella attuale (vedi anche l’IMU) Joerg Kraemer, capo economista della tedesca Commerzbank, annuncia quanto segue: “Anche l’Italia dovrebbe applicare un prelievo del 15% sulle attività finanziarie. Un’aliquota fiscale del 15% su conti correnti, fondi comuni, depositi postali, azioni e Bot sarebbe probabilmente sufficiente a spingere il debito del governo italiano al di sotto del livello critico del 100 per cento del Pil”. Notizia quest’ultima che se confermata dal nuovo Parlamento italiano genererebbe ulteriore malcontento nel paese. Prepariamoci dunque alla battaglia civile che non tarderà ad arrivare visto le premesse e soprattutto occhio alle vostre già parche finanze.
19.03.2013 Alberto De Luca