Questo libro giunge in un particolare momento, il saggio viene divulgato in un tempo abbastanza di rottura per l’accettazione, l’Ispettore Fusca, alza un argine con il suo testo “Persone disabili: in famiglia,a scuola e in società” Ferrari Editore, sezione eventi, dice in sostanza: i disabili ci sono, sono una componente di questa società. Non c’è bisogno di silenzio ma di ritornare a gridare, non dovrei parlare così, è’ ingenuamente inadatto se non addirittura sbagliato. Ma non ce la faccio più…, non me ne vogliano i presenti se il sottoscritto “non sopporta piu” certi tempi che viviamo … poi mi riprendo, ogni tanto arrivano le sentenze (Tar, consiglio di stato cassazione o corte costituzionale) per regolarizzare in linea retta i diritti dei disabili, la storia non siamo piu’ noi, la storia è un piccolo mondo che vuole fermare certi processi, in modo figurato il libro di Fusca rappresenta l’ultimo avamposto da dove ripartire. Non siamo qui più a parlare delle classi speciali, di sostegno oppure della Rupe Tarpea o del monte Taigeto o della legge 517/77, invece il libro ci presenta un mondo che sta’ subendo in sostanza una controriforma storica silenziosa di cui sono autori un governo e un ministro che con una serie di atti stà smontando le conquiste e la vita di una serie di persone e di famiglie. Fusca rilancia con il suo libro un discorso, apre un dibattito, una discussione su un mondo che rischia di retrocedere, in una solitudine in cui spesso il mondo della disabilità ama nascondersi o è costretto a celarsi, in un passo delle tante citazioni si legge …. “saggio che descrive, dialetticamente, sotto il profilo legale-ideale e sotto il profilo reale, lo stato del processo d’inclusione, integrazione, valorizzazione delle persone con disabilità in famiglia, a scuola e in società, saggio che descrive, lo status della disabilità”. La disabilità è la condizione personale di chi, in seguito ad una o più menomazioni, ha una ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, pertanto è meno libero nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale. O, forse, sarebbe meglio dire, che anche ai soggetti disabili debbano essere riconosciuti tali diritti. In particolare, ci si riferisce qui a quei diritti inerenti la sfera personale quali, ad esempio, il diritto al matrimonio, all’affettività, alla sessualità, all’istruzione e al lavoro. È necessaria una precisazione, la nostra democrazia costituzionale la si vuole cancellare, forse lo è già stata, guardiamo il discorso scuola privata e pubblica…. Il welfare, soffre moltissimo della scarsa capacità di risposta ai bisogni dei disabili. Lo Stato, negli ultimi due anni, ha concentrato i suoi sforzi sui falsi invalidi, tralasciando completamente il problema benessere. A causa di ciò i miglioramenti del passato nell’indipendenza e autosufficienza dei disabili hanno subito una brusca frenata. I disabili si sentono ora più a rischio perché la percezione è che, in futuro, l’ obiettivo vero e proprio non sarà l’emancipazione della disabilità o la conquista di una vita indipendente. Piuttosto le persone con handicap si troveranno costrette ad accettare la loro situazione come grave e non rimediabile, occorre salvare il salvabile, la condizione delle persone disabili è a rischio, ovunque. Non c’è traguardo conquistato che non sia esposto al pericolo di un brusco arretramento. Stiamo con il respiro sospeso, in attesa di capire che cosa farà il governo Monti, si spera che ripeschi l’obiettivo dei Lea (livelli esistenziali di assistenza). Speriamo che le campagne di Tremonti e Reguzzoni sui falsi invalidi appartengono al passato, insomma siamo in uno recinto, in difesa, facciamo noi ostruzione. Sono stanco, continuo a battere sui principi della Convenzione Onu, sui diritti delle persone con disabilità. Com’era bello il tempo del rosso colore e della legge sull’inclusione 517, della legislazione sull’occupazione, sul diritto alla non discriminazione, ciò nonostante arriveranno le giornate, ne sono sicuro, in cui ripartiremo di nuovo, di scatto, e colmeremo con i fatti, enunciazioni, e fiducia le nostre coscienze la nostra gente il nostro popolo, grazie Ispettore Fusca per avere aperto con questo libro una discussione o se vogliamo “scattato una fotografia…” una presenza per riprenderci la storia.
UMILE BENTIVEDO