Franco Paldino, coordinatore cittadino di Futuro e Libertà, usa l’arma dell’ironia per attaccare Umile Bisignano e lo status politico che pervade la cittadina cratense. Paldino parte da qualche anno fa:<<Era una calda serata dell’ultima decade di maggio di quattro anni e qualche mese fa,davanti i seggi elettorali del centro urbano una marea di cittadini elettori rumorosi in attesa dei risultati definitivi,in un atmosfera di tensione emotiva per via dei risultati che uscivano dalle urne. Bisignano vinse per seconda volta, nel giro di cinque anni. La prima volta ha vinto per colpa di chi? Le strade vengono invase della gente di Bisignano sembrava il giorno della liberazione,come se tutti fino a quel momento fossero stati ridotti in prigionia da una forza sovraumana,quasi divina. Contro la quale la ragione e le prerogative di liberi cittadini non avevano potere. Gran parte di quella gente aveva rimosso dalla propria memoria il fatto di essere stata volontariamente,per colpa o per dolo, prigioniera di quella forza che la teneva rinchiusa in un serraglio da cui finalmente era riuscita ad evadere>>.
Paldino continua:<< Fatto sta che gli elettori avevano dato vita un nuovo governo della città,consegnando il paese nelle mani di Umile Bisignano che avrebbe dovuto per un quinquennio e condurre a termine il progetto politico amministrativo per il quale si erano coalizzati senza, tanta fatica, soggetti provenienti dalle più svariate direzioni. Ciò che ci sfugge però è la logica di certe operazioni che sembrano inquadrate in una tempistica scandita da centri di poteri occulti che sono disturbati solo del vento cambiamento. Affidato alla libidine per le trame nascoste di qualche vanitoso burattinaio di maggioranza che immagina la casa comunale come il teatrino del Collodi, in cui ci sono teste di legno si esibiscano senza avere il coraggio di imporsi sulle questioni serie che deve affrontare l’amministrazione: come se ci fosse anche a Bisignano un Luigi Bisignani in sedicesimo, ovvero la parodia di un faccendiere con le mani in pasta in più affari o più interesse,il quale decide (o quanto meno determini) gli spostamenti delle pedine sullo scacchiere della politica locale per finalità nascoste nella nebbia dei sospetti più legittimi. Se cosi fosse, c’è da dire che abbiamo sbagliato tutto>>.
Paldino usa termini diretti:<< Sarebbe a dire che c’è un errore di fondo nella storia che stiamo raccontando per cui, logica e buon senso imporrebbero, che questi errori, o si correggono con immediatezza, o si cancellano del tutto. Si impone il coraggio intelligente di identificare dei punti di riferimento non più rigidamente ideologici ma elastici quel tanto che basta per giustificare una bella convivenza fondata sul ripudio di ogni forma di egoismo socio politico,visto che l’unione non c’è e il cambiamento (?) stenta a farsi riconoscere in senso positivo. Oggi l’imperativo categorico è guardare avanti. Stare seduti sugli stalli di un discutibile passato che non fa più storia non ha senso. Il passato ha prodotto delle scorie delle quali bisogna liberarsi al più presto per non rimanere contaminati. Bisogna uscire allo scoperto, respirare aria nuova; basta con le culture in serra; è tempo di riscatto politico civile etico e sociale e chi ha orecchie per intendere intenta>>.
Massimo Maneggio