Via al trasbordo delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro. E’ arrivata all’alba la nave danese Ark Futura che trasporta gli agenti chimici provenienti dal paese mediorientale. La partenza alle operazioni di trasbordo è stato dato dagli ispettori dell’Opac, che a bordo del cargo Ark Futura hanno controllato tipo, quantità e imballaggi delle armi chimiche. Il primo container è stato agganciato da una gru ed è stato successivamente adagiato su un muletto, per essere trasferito sulla Cape Ray.
Massime le misure di sicurezza nel porto, che è stato sgomberato dalle altre navi e reso inaccessibile anche dal cielo.L’intera area portuale è circondata per oltre un chilometro da un centinaio di uomini delle Forze dell’ordine che hanno il compito di impedire ogni accesso. I parlamentari hanno sottolineato: «Non si tratta di armi chimiche ma di componenti che vanno rese inerti. Purtroppo quando la situazione è stata più chiara, e le informazioni sono circolate, la “bomba mediatica” era già esplosa».
Ma ai timori dei calabresi, si sovrappone la rabbia per la cattiva informazione. «Ci fanno piovere tutto sulla testa solo perché apparteniamo a una regione povera, non ci hanno neanche comunicato il contenuto della lettera di accompagnamento del carico», dice Domenico Madafferi, sindaco di San Ferdinando.
L’urbanista Pino Romeo, portavoce del comitato ecologico «Sos Mediterraneo», va giù ancora più pesante: «La verità è che la Calabria è l’anello debole dell’Italia. E comunque l’errore è stato commesso a monte: Norvegia, Francia e Albania hanno rifiutato l’operazione, noi no».