I giovani democratici polemizzano con i vertici del Pd

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Dopo che il segretario di sezione ha lasciato l’incarico regionale, ora sono i Giovani Democratici a scendere in campo con un documento che esprime lo stato d’animo dei giovani del partito dopo le scelte operate d’alto ma non condivise. I Giovani democratici parlano di “Identità perduta e mai ritrovata“, di seguito la nota:

Cosa vogliono i Giovani Democratici da questa società e dal loro partito.
Noi, GD della sede di Bisignano, abbiamo accettato a malincuore il governo che si è appena istaurato a palazzo Chigi, con la speranza (magari anche vana) che riescano a risolvere qualche problema di carattere economico e soprattutto che riescano a cambiare la legge elettorale vigente. Crediamo infatti che una delle maggiori cause di questo “stallo politico” e di questa mancata “rivoluzione” (perché si avevano tutte le carte per farla) risieda proprio nel “PORCELLUM” che non ci ha garantito una maggioranza al Senato, complicando le relazioni all’ interno del Parlamento e favorendo Berlusconi, al quale come sempre sembra proprio che del futuro dell’ Italia importi ben poco (si può capire dalla sua insistente richiesta di abolire l’ Imu per soddisfare populismi e demagogie). Un’ altra ragione, anche questa fondamentale, risiede sicuramente nelle file del Pd stesso e da qui una buona e giusta auto-critica ci sta tutta. Fin dall’ inizio il PD ha pensato di avere la vittoria in tasca affrontando così la campagna elettorale con troppa calma, al contrario dei nostri avversari che, pur molto meschinamente e irragionevolmente, si sono scatenati contro tutto e tutti (da Berlusconi e la sua proposta shock, che oggi pesa solo sul capo del premier Letta, a Grillo e il suo “Tsunami tour”). Arrivato in Parlamento non ha saputo affrontare la situazione difficile in cui si è trovato per il semplice fatto che il Partito Democratico non è stato capace di farlo (mi riferisco alle elezioni assurde del Presidente della Repubblica prima di tutto): così alla fine Silvietto ne è uscito come unico vincitore (come dal 1994, d’altronde). Non vogliamo dare le colpe al segretario dimissionario Bersani, come molti all’ interno del partito stanno facendo, perché egli ha veramente incarnato (parallelamente a Renzi) le nostre richieste di svolta rispetto agli anni della politica della corruzione e del clientelismo. Dobbiamo però prendere atto dell’imbarazzante esperienza che questo partito sta vivendo a causa sicuramente di una dirigenza inadeguata e lontana dalla sua base.
Ora si apre davanti a noi una situazione difficile dalla quale si deve necessariamente uscire: l’ Italia ne ha bisogno. Il PD ora deve cominciare a essere un partito con una identità comune e unitaria, un partito di sinistra che riesca a dialogare, con furbizia e intelligenza, con tutte le forze politiche in parlamento e con tutto il popolo italiano. Noi, come penso molti altri, chiediamo questo al nostro partito il quale non è stato capace in questi anni di ispirarci ideali di solidarietà e di uguaglianza (aiutando le politiche di austerità del governo Monti). Se la sinistra non ricomincia a ragionare partendo dagli ultimi non vincerà mai. Scusate la superbia di queste parole ma sono necessarie, in un partito così pigro, le parole forti, che puntino alla vittoria. Inoltre siamo assolutamente pronti a lottare per un’ Europa socialista, unita da forti legami di fratellanza e non da interessi economici che hanno solo portato a sentimenti dannosi e arretrati di anti-europeismo. Quello che chiediamo al nostro partito è: siamo disposti a lottare tutti insieme per una società giusta, onesta e solidale?

Giovani Democratici di Bisignano
Sez. “Peppino Impastato”