I Principi Sanseverino, la storia da sapere

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La famiglia Sanseverino è stata, per tutto il Rinascimento, una delle più illustri del Regno di Napoli e di tutta Italia, arrivando a dominare su 300 feudi, 40 contee, 9 marchesati, 12 ducati e 10 principati distribuiti soprattutto tra Calabria, Campania, Lucania e Puglia. La famiglia Sanseverino annoverava fra i suoi membri personalità quali cardinali, viceré, marescialli, principi e condottieri.
Essi furono quasi distrutti dagli Svevi, per avere aderito al partito guelfo e parteggiato per i pontefici romani, ma seppero resistere anche al tempo dei Durazzo e seppe, tornare all’antico splendore.

Il primo Principe di Bisignano fu Luca Sanseverino, fautore degli Aragonesi, guerriero di notevole valore che acquistò il feudo di Bisignano e Acri per 20.000 ducati d’oro e d’argento.

GENEOLOGIA DEI PRINCIPI:
Le figure più importanti:

  • Luca Sanseverino, primo principe di Bisignano, fu il fautore degli Aragonesi e un guerriero di notevole valore. Acquistò il feudo di Bisignano il 26 Marzo 1462 per 20.000 ducati d’oro dalla Regia corte.

  • Girolamo Sanseverino, secondo principe di Bisignano, partecipò alla Congiura dei Baroni e venne rinchiuso nelle carceri di Castelnuovo. Egli favorì lo stanziamento degli Albanesi nelle sue terre, accordando loro immunità e privilegi particolari, esenzioni tributarie, sfruttamento gratuito delle terre nelle quali si formarono in seguito i centri abitati delle località attuali di Cavallerizzo, Cervicati, Mongrassano, Cerzeto, Lungro, Frascineto, Firmo, Plataci, Porcile, S. Basile, S. Martino di Finita, S. Caterina, S. Giacomo, S. Lorenzo, Serra di Leo, Civita, Falconara, S. Fili, Acquaformosa.
    Girolamo Sanseverino consentì ad altri nuclei abitativi che ripopolassero i centri di Altomonte, Torano, Rota Greca, Lattarico, Tarsia, Castroregio, S. Benedetto Ullano, rimasti spopolati o quasi deserti per i flagelli della peste dei secoli XIV e XVI.

  • Bernardino Sanseverino s’incontrò in Francia con San Francesco di Paola, nominato Procuratore Generale dell’Ordine dei Minimi, che osservano, per penitenza, un’eterna quaresima, senza mai mangiare carne o latticini.

  • Pietrantonio Sanseverino 4° Principe di Bisignano, seguì fedelmente la politica della Spagna e ratificò i “Capitoli e Grazie”, che si conclusero con la seguente dicitura: “Datum in nostra terra Morani 1° mensis Augusti 1530, Ind. XIII”.
    L’imperatore Carlo V, visitò le sue terre infatti, l’imperatore, di ritorno dalla spedizione di Tunisi, ne approfitta per fare un giro del Regno di Napoli. Dal 7 al 9 novembre 1535 visitò la città di Cosenza. Viene quindi ospitato (dal 9 al 12) con tutta la sua corte dal Principe di Bisignano Pietro Antonio Sanseverino, presso la tenuta di San Mauro ( a corigliano calabro), nel grande castello “Fatto di legno” al centro di una amena campagna ricca di boschi, frutta e selvaggina, (in una sola battuta di caccia furono abbattuti 45 cinghiali) con un ricevimento, la cui sontuosità, sfarzo e profusione di cibi, bevande e ricchi doni, meravigliarono a tal punto l’Imperatore da fargli esclamare la celebre frase: “Prence, vos es el Rey, o el Prence de Bisignano?” (ma voi siete il Re, o il Principe di Bisignano?). La costruzione del complesso di San Mauro, impressionò l’Imperatore Carlo V per la sobria eleganza degli ambienti. Nell’occasione Giulia Orsini, moglie del Principe, pare non abbia resistito alle avances imperiali, ma Pietro Antonio fece finta di nulla, essendo molto interessato ad ottenere altri privilegi dal sovrano.
    Pietrantonio Sanseverino è sepolto nella chiesa di S.Francesco di Paolo a Bisignano.

Castello_San_Mauro

Castello di San Mauro,edificato nel 1515 nella pianura in corrispondenza del monastero greco bizantino di San Mauro ad opera dei Sanseverino, ed abbellito per ospitare, nel novembre del 1535, Carlo V reduce dalla campagna di Tunisi.
Ricostruzione 3D del Castello di San Mauro

  • Nicolò Bernardino
    Alla morte senza eredi del 5° principe di Bisignano, avvenuta a Napoli il 21/11/1606 (l’unico figlio maschio Francesco Teodoro gli era premorto il  27/11/1595), l’eredità è pretesa dalla nipote Giulia Orsini, Signora di Vaglio (figlia della sorella Felicia e del Duca di Gravina Antonio Orsini, che può essere considerata la 6° principessa di Bisignano fino alla morte senza eredi, probabilmente avvenuta nel 1609). Donna Giulia lascia erede delle sue “pretese” lo stesso Re di Spagna Filippo III, che stabilisce appunto, la successione in Bisignano, a favore di Luigi Sanseverino poi morto l’11/03/1669. Giulia Orsini aveva sposato in prime nozze nel 1582 Giovanni Battista Spinelli Marchese di Fuscaldo e in seconde nozze Don Tiberio Carafa, Principe titolare di Bisignano e cavaliere del Toson d’Oro. Il nipote di Donna Giulia, Michele Antonio (*1538 – +1589), 7° Duca di Gravina, conte di Campagna, patrizio napoletano e Signore di Castrovillari, anch’egli pretendente all’eredità Sanseverino ebbe, in cambio della rinuncia, il ducato di San Marco.

GENEALOGIA COMPLETA DELLA FAMIGLIA SANSEVERINO

Un’altra singolare figura, appartenente alla famiglia San Severino, fu Luigi III Sanseverino, barone, asceta e laico, che mise da parte la cura degli affari materiali.
Suo figlio, Tommaso Sanseverino, ereditò i feudi di Bisignano, Altomonte, Acri, Lungro, Santa Sofia d’Epiro, Luzzi, Rose, Sant’ Agata d’ Esaro.

Il ramo dei Sanseverino di Bisignano si è estinto nel 1888 con la morte di Luigi Sanseverino, sedicesimo ed ultimo principe di Bisignano.

 

Curiosità storiche della famiglia Sanseverino:

15/11/1537, secondo quanto hanno scritto i napoletani Silvio e Ascanio Coronache, Giulia Orsini (moglie di Pietrantonio Sanseverino) venne strangolata. in Cassano da Bernabò Pescara (meglio conosciuto come l’Abate Pescara). Giulia che, pare avesse ceduto al capriccio di Carlo V nel 1535 a San Mauro, si sarebbe concessa a Muzio Brancaccio a Miglionico, in Basilicata.
Pietro Antonio, rientrato da Milano, fece sparare l’amante e avvelenò la moglie che però non morì in quanto avvezza al veleno che aveva preso a piccole dosi nel tempo. Per evitare l’incriminazione il Principe fece un donativo di 30 mila scudi al viceré Don Pedro de Toledo. Da questo servigio reso a Pietro Antonio Sanseverino derivarono le fortune della famiglia Pescara. Questa versione dei fatti pare poco credibile se si confronta con una lettera di Giulia Orsini spedita da Senise (Potenza) il 15 dicembre 1537 che, oltre a smentire la data della sua morte, mostra il profondo affetto che la legava al marito. Giulia Orsini, comunque, morì qualche tempo dopo, visto che nel 1539 il principe di Bisignano per la terza volta convolò a giuste nozze.
Si narra che la principessa Irene Kastriota, figlia dell’eroe Skanderberg, moglie di Pietrantonio Sanseverino, soggiornasse presso l’Abazia di Santa Maria dell’ordine cistercense, e una volta bevendo l’acqua della Badia, abbia esclamato “che acqua formosa” e che da allora il luogo abbia cambiato nome da Ariosa ad Acquaformosa.

Il Palazzo e il Giardino Botanico di Villa Bisignano a Barra (Napoli)

Nel quartiere Barra di Napoli, situato aipiedi del Vesuvio a circa tre chilometri dal centro della città, sorge una magnifica residenza, comunemente indicata come Villa Bisignano perchè appartenuta, nella seconda metà del Settecento, alla nobile famiglia dei Sanseverino di Bisignano. La villa fu fatta edificare nel 1500 circa, dalla famiglia Carafa di Maddaloni e fu ampliata nel 1630, per volontà del banchiere fiammingo e nuovo proprietario Gaspare Roomer, che vi ospitò anche la sua famosa collezione di opere d’arte.
Nel 1765 la villa fu acquistata da Pietrantonio Sanseverino, divenne una residenza estiva della nobile famiglia.
La villa è stata per anni il simbolo della nobiltà ed alta aristocrazia locale, annessa ad un giardino botanico di estese dimensioni, era il fiore all’occhiello del Casato di Barra.
Fu nell’orto di Barra che fece le prime osservazioni e la prima esperienza botanica Vincenzo Petagna che grato ai Sanseverino dell’ospitalità, gli dedicò il genere Sanseverinia, che poi venne mutato da Thunberg nel più noto genere Sanseviera.
(da Man Encarta: Sansevieria Genere di circa 60 specie di piante, perenni e sempreverdi, appartenenti alla famiglia delle liliacee e coltivate a scopo ornamentale per le foglie dalle caratteristiche striature longitudinali gialle. Le più comuni sono Sansevieria hahni e Sansevieria trifasciata, entrambe originarie dell’Africa occidentale)

Tra Pietro Antonio Sanseverino e Vincenzo Petagna si creò, con ogni probabilità, un rapporto di reciproca stima; ne è testimonianza il fatto che il Petagna, scelto dal Sanseverino anche come suo medico personale, lo assisterà durante la malattia che lo porterà, nel 1772, alla morte e comparirà addirittura nel suo testamento là dove Pietro Antonio disporrà di un lascito per il “…medico D. Vi n c e n z o Petagna, che mi stà assistendo in questa mia indisposizione…”.
L’orto botanico creato da Pietrantonio Sanseverino, si arricchì maggiormente con il suo secondo genito Tommaso Sanseverino (XIII principe di Bisignano), vero e proprio studioso di Botanica, dove creò personalmente una nuova varietà di garofano (color rosso chiaro, con stelo e foglie èsili) che da lui prese il nome di garofano di Bisignano.

Leggi anche Il Palazzo e il Giardino Botanico di Villa Bisignano: https://www.bisignanoinrete.com/il-palazzo-e-il-giardino-botanico-di-villa-bisignano-a-barra-napoli/