La fine dell’anno, a Bisignano e in tutte le altre città della Calabria, come in molte parti del mondo, c’è ancora l’usanza di sparare una gran sorta di petardi, tric trac e colpi d’arma da fuoco.
Ancora scolpite nella memoria delle persone adulte sono i “lancia razzi” o i famosi “sbatti muru“, dei petardi che venivano lanciati contro i muri per provocare lo scoppio, e molto spesso provocavano danni e incidenti a persone, per questo motivo furono poi proibiti.
Inoltre si usa ancora buttare in mezzo alla strada oggetti di vario genere: comodini, vecchie trabacche, materassi, elettrodomestici rotti o semplicemente bottiglie, vasi di terracotta, piatti ecc…
Anticamente, però, nella notte che precede il capodanno, si respirava un’aria del tutto diversa, grazie ad una figura adesso scomparsa, ma ancora piena di fascino : il banditore comunale, successivamente chiamato “strillone” .
Questo personaggio, a notte inoltrata, percorreva le strade del paese a suon di tromba o di tamburo, facendo sosta presso le case dei benestanti.
A voce alta, cantando, augurava Buon Anno nuovo al padrone di casa e alla sua famiglia, usando la tipica frase: “Li boni festi vi dùgnu cantannu, Natali, Pifanìa e Capudannu”
Il giorno dopo ripeteva il medesimo giro per riscuotere da ciascuno il regalo, in denaro.
Oggi sopravvivono timide iniziative di gruppi sporadici che usano ancora portare “Li boni festi” come conferma annuale di un legame di amicizia.
Il Capodanno a Bisignano nel periodo medioevale veniva festeggiato il 1° settembre, secondo il rito bizantino, così come in tutta la Calabria e la Puglia.
Antiche superstizioni del paese vogliono che A Capodanno Porta fortuna incontrare una persona di sesso opposto la mattina del nuovo anno, è’ invece presagio di guai vedere un cavallo bianco.
Mangiare lenticchie, uva o datteri, la notte di San Silvestro, vuole dire propiziarsi certamente la fortuna economica durante l’anno. Oltre che naturalmente, indossare biancheria intima di colore rosso, che deve essere rigorosamente nuova; usanza che risale al 31 ac. quando il Capodanno era usanza delle donne e degli uomini indossare appunto qualcosa di colore rosso, colore che rappresentava il potere, il cuore, la salute. la fertilità.