Ci sono paesi, regioni ed interi stati nel mondo dove, ormai da anni, i rifiuti non costituiscono più un problema, bensì si trasformano in una risorsa; se ne producono sempre meno e quei pochi vengono avviati ad un virtuoso ciclo di recupero e riutilizzo. Nessuno si sognerebbe di costruire mega impianti, più o meno inquinanti, accanto a case, scuole e campi coltivati. In Calabria si continua ad abbancare il rifiuto tal quale in discarica, con tanto di velenoso percolato, con le sue ben note conseguenze e si progettano mega piattaforme divoratrici di rifiuti da centinaia di milioni di euro. Perché accade tutto questo ? Alla fine degli anni novanta, ci fu il tentativo di costruire, lungo il corso del fiume Crati, nel bel mezzo di una ridente e amena valle ad economia prevalentemente agricola, un mostro dalle fattezze di un enorme impianto di termovalorizzazione, alimentato a combustibile da rifiuti. Furono i cittadini, animando una ferma e civile protesta, ad impedire un irreparabile sfregio futureBilibrio ambientale e alla già fragile economia del territorio. Sono trascorsi quindici lunghi anni ma, per questa gente, il pericolo non sembra ancora scampato. Il fratello del mostro si profila all’orizzonte. Questa volta si tratta di un enorme impianto che dovrebbe divorare centottantamila tonnellate di rifiuto tal quale all’anno, con annessa centrale termoelettrica a bio (tanato) gas. Ancora mega impianti in Calabria, ancora la Valle del Crati e il territorio di Bisignano come obiettivo programmato. Perché accade tutto questo ? In quasi cinque lunghi lustri di gestione commissariale del ciclo dei rifiuti in Calabria si sono avvicendati sette presidenti di regione, sei prefetti e due generali con un dispendio di oltre due miliardi di euro a fronte di un fallimento totale e catastrofico degli obiettivi prefissati e indicati dalla Unione Europea e dalle normative nazionali, come testimoniano le relazioni delle commissioni parlamentari che si sono occupate del Caso Calabria nel corso degli anni, tanto da far affermare al presidente della bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella, che- L’affare dei rifiuti in Calabria è gestito da un sistema di potere non estraneo ad interessi politico-malavitosi -.Perché accade tutto questo ? Il mio modesto lavoro di ricerca non ha la pretesa di fornire risposte a queste domande che richiederebbero una meta analisi approfondita da parte di una schiera di qualificati professori di sociologia, antropologia e criminologia. Il tentativo, molto più modesto, è quello, da una parte, di ricostruire una memoria storica di questi accadimenti, presupposto fondamentale ad una piena e consapevole presa di coscienza del problema ambientale globale e locale da parte dei cittadini e dall’altra di fornire al lettore una sintetica ed essenziale informazione sulle tematiche, connesse al ciclo dei rifiuti, che riguarderanno Bisignano, la Valle del Crati e l’intera Calabria nei prossimi mesi; in definitiva uno strumento utile a cercare e trovare soluzioni possibili e condivise con i cittadini e compatibili con i territori. Consapevole della delicatezza di questi argomenti, ho cercato di affrontarli in maniera laica, asciutta e stringente, evitando di restare rinchiuso in gabbie ideologiche, che spesso, anche nel recente passato, hanno imbrigliato le vivaci potenzialità della galassia ambientalista, spesso disinnescandone le enormi energie, dirottandole, a volte dolosamente, su posi- zioni di sterile protesta o peggio di strumentale propaganda politica. La trasversalità e gli enormi interessi in gioco sulle tematiche ambientali e sul ciclo dei rifiuti e di conseguenza sulla salute pubblica non lasciano spazio ad accademiche elucubrazioni o peggio a dottrinali divisioni. La gestione dei rifiuti urbani e le criticità legate all’ambiente saranno uno degli argomenti più scottanti e urgenti dell’agenda politica regionale e locale nel prossimo futuro. Da cittadini responsabili e partecipi ci attendiamo un indispensabile e reale cambio di passo per agganciare finalmente la Calabria al resto del mondo, e colmare gli enormi ritardi accumulati in decenni di scellerata e incosciente incuria, con la consapevolezza che questo non potrà avvenire se noi stessi non ci sentiremo coinvolti e di conseguenza partecipi in prima persona al cambiamento e disposti a modificare alcune cattive abitudini e certi stili di vita scorretti, ormai insostenibili da un punto di vista ambientale. Infine giova ricordare che un cittadino informato, cosciente e responsabile ha il diritto ma, allo stesso tempo, anche il dovere civico di partecipare attivamente al dibattito pubblico su queste fondamentali tematiche, nel tentativo di orientare le scelte della politica, che rischiano, oggi come ieri, di incidere irreversibilmente sulla vita e sulla salute delle future generazioni. La Calabria, regione dalla mille contraddizioni, soffre e subisce una serie di criticità ambientali che meritano un approccio nuovo e coraggioso, a partire dalla bonifica delle numerose discariche disseminate sul territorio e delle aree industriali dismesse, passando attraverso il futuro delle centrali Enel di Rossano e di Laino Borgo, fino a giungere alle nuove e incombenti minacce ambientali rappresentate dalle trivellazioni dei nostri mari da parte delle multinazionali del petrolio e dagli inutili e dannosi mega impianti di trattamento rifiuti. Una visione moderna e audace dovrà accompagnare le scelte del presente e del futuro, tenendo bene a mente i fallimenti del passato, remoto e prossimo, sperimentati in nome di chimere irrealizzabili. Un nuovo modello di sviluppo e di crescita è all’ordine del giorno con al centro la valorizzazione delle risorse del territorio, unica speranza di riscatto. Agricoltura, tradizioni, storia, archeologia, enogastronomia, folklore, valorizzazione dei centri storici e del patrimonio architettonico civile e religioso, artigianato artistico, risorse umane, paesaggio. In una parola nuova: agricultura. Ci auguriamo che questo sia il futuro scenario all’interno del quale essere protagonisti per consegnare alle future generazioni un paese migliore di quello che abbiamo trovato. Spero che questo mio lavoro assolva, anche in minima parte a questa non semplice missione. In tal caso, l’impegno non sarà stato vano.
Buona lettura.
L’Autore
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