Siamo noi che l’abbiamo pensato, ma sono loro che lo hanno fatto. Se non si tiene conto di questo, l’evento perde ogni dimensione simbolica, rimane un puro accidente, un atto totalmente arbitrario. Ma sappiamo benissimo che così non è. E’ tutto ciò è dimostrato dal risentimento da parte di alcuni amministratori. Senza la complicità popolare, profonda ed erudita, l’evento non avrebbe avuto la risonanza che ha avuto, e nella loro strategia simbolica i contadini delle campagne, segnati dalle fatiche di una vita, sanno molto bene quello a cui aspirare nei momenti di difficoltà…
L’abbiamo fatto, dunque, perché tutti senza nessuna eccezione hanno dormito nelle roulotte, sono passati nel fango, continuano a vivere quotidianamente il dramma di una terra sgobbata ma che senza viabilità ha perduto il suo valore. La sfida simbolica è portare lo sfidato sullo stesso piano dello sfidante, facendogli assumere tutti quegli impegni che fino al giorno prima aveva tralasciato. Qui non si tratta di distinguere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto, l’amico dal nemico, ma di rendersi conto della cruda realtà in cui una parte consistente di persone sono costrette a vivere tutti i giorni. Quando un potere diventa spaventosamente asimmetrico, la sua stessa onnipotenza si trova completamente disarmata di fronte alla forza dei cittadini.
L’unione collettiva ha rotto un atteggiamento di rassegnazione generale provocando nella gente lavoratrice il rifiuto di ogni meccanismo paralizzante di paura e di angoscia realizzando un pugno di forza destinato ad incrinare il sistema di prevedibilità del domani nella città di Bisignano. E allora non il qualunquismo di pochi sciocchi ma la forza devastante della collettività stremata dal peso di una condizione inaccettabile. Ad aggravare lo scenario l’illeggibilità del futuro, il ritardo ed in alcuni casi la completa mancanza di una pianificazione di interventi su tutto il territorio bisignanese, il venir meno di quegli schemi di lettura garanti di una democrazia sociale.
Bisignano 09.04.2010 Alberto De Luca per il Comitato Cittadino Spontaneo