Il Pd smetta di essere una mammoletta

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C’è bisogno di primarie, opposizione e dignità nella speranza

Il centrosinistra calabrese, il Partito Democratico in primis, dopo questa tornata elettorale deve per prima cosa ringraziare chi si è battuto e ha reso meno grigia la situazione generale: Falcomatà, Lo Polito, lo stesso Voce a Crotone. Sono loro l’emblema del centrosinistra che può vincere e ben amministrare, ma sono anche per diversi aspetti e condizioni, la dimostrazione che la litigiosità è un male per tutto il fronte del centrosinistra. Se non ci presentiamo uniti, infatti, partendo da un sano dibattito pubblico, si corrono solo rischi inutili che mettono a repentaglio sia la riconferma di chi ha ben amministrato, che l’affermazione di chi può portare una ventata di aria fresca nella politica locale e regionale.

 

Siamo sempre stati, lo dico da tesserato PD e amministratore locale, l’area politica più aperta e accogliente (almeno a livello nazionale). Dobbiamo riscoprire questa vocazione inclusiva e ridare forza alla democrazia, ai territori, alle persone che hanno qualcosa da dare e non da chiedere alla politica. Abbiamo bisogno di innovazione, di educazione, di dignità e di rispetto. I giovani non partecipano, le donne non partecipano, il ricambio generazionale avviene solo quando qualcuno si presta ad essere “volto nuovo” di personaggi vecchi. La politica non può essere fatta da persone senza spina dorsale oppure da stomaci così forti da mandare giù insulti e angherie di ogni tipo.

Questa condizione non è più accettabile. Non è accettabile vedere quello che è accaduto a Cetraro, a San Giovanni in Fiore, a Rende lo scorso anno. Non è possibile accettare di vedere la politica, proprio nel campo progressista, ridotta ad un cumulo di macerie sotto i colpi di accordicchi di quartiere o di colpi di mortaio di chi, arroccato sulla cima della montagna, non vuole comprendere che il suo tempo è finito e continua imperterrito a martoriare il territorio. C’è bisogno di democrazia, di primarie vere, pulite, coinvolgenti, non di accrocchi di facciata dell’ultimo minuto che fanno solo e soltanto male.

C’è bisogno di garantire spazi di agibilità democratica, di promuovere le energie di donne e giovani, di fare in modo che questi ultimi si possano avvicinare alla contesa pubblica senza il terrore, o ancor di più la diffidenza e la paura, di trovarsi al centro di attacchi personali e colpi bassi. Dobbiamo iniziare a parlare di idee per cambiare le nostre comunità e per fare fronte ai tanti danni, che in ultimo il COVID19, sta lasciando in eredità a tutto il nostro territorio regionale.

Bisogna riscrivere insieme le regole per garantire una sana contendibilità delle cariche, delle candidature, di tutto. Bisogna avere il coraggio di saper perdere e fare opposizione, anche dura se necessaria, anche con gesti eclatanti, anche se l’oggetto della protesta non riguarda solo le scelte ma anche l’immobilismo della classe politica. Abbiamo accusato Oliverio di essere stato immobile per 5 anni, lo abbiamo detto di Scopelliti, di Loiero e Chiaravalloti, adesso lo diciamo della Santelli e di gran parte della sua giunta. É chiaro allora ci sia un problema a monte, che sta nella qualità della classe dirigente vincente, nella capacità di stimolo e proposta dell’opposizione, ma anche in una burocrazia da rinnovare e innestare con giovani di qualità. La politica calabrese dovrebbe trovare il coraggio di opporsi all’alternanza ormai sistemica e lavorare 5 anni cercando la riconferma.

Abbiamo bisogno di riscoprire la dignità dell’ascolto dei nostri elettori, di farci carico delle loro speranze, sapendo che non possiamo più deluderle, perché tradiamo noi stessi, la Calabria e il nostro futuro. Tutti, a sinistra, centro e destra, dobbiamo ritrovare la capacità di visione e portarla nella scena politica regionale e locale. Solo così il Partito Democratico e il centrosinistra si potranno ricostruire in maniera sana e solida per affrontare i prossimi anni di ardue sfide economiche e sociali; riscriviamo insieme con cordialità le regole, indiciamo primarie vere, libere e partecipate almeno quattro mesi prima delle tornate elettorali, con spazi ampi e disponibilità verso donne e giovani, coinvolgendo la società civile che sembra essere sparita dal nostro lessico, inghiottita in parte dal disincanto e in parte dal Movimento 5 Stelle. Cominciamo subito, per le sfide della prossima primavera, cominciamo per costruire una vera alternativa che nella mia amata Cosenza, a Catanzaro e in tanti altri centri calabresi ci riporti a governare per realizzare quelle politiche green, di innovazione e inclusione, che l’Europa ci chiede, ma di cui ancora di più ha bisogno la nostra Calabria deturpata e costretta ad essere quello che non è. Apriamo un nuovo fronte, basta personalismi e battaglie sui nomi, iniziamo a proporre idee, a confrontarci e a raccontare alle persone l’idea di futuro che abbiamo. Sono certo che questo sarà il valore che tutti riconosceranno e che potrà evitare altri anni di errori e rammendi, regalandoci invece scene come quelle viste a Reggio Calabria dopo la vittoria di Giuseppe Falcomatà.

Felice D’Alessandro
Sindaco di Rovito e Consigliere della Provincia di Cosenza