Il progetto di Turco premiato al Senato

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BISIGNANO L’impegno dell’istituto “Enzo Siciliano” premiato dal Presidente della Repubblica: il 26 novembre Sergio Mattarella sarà impegnato in una cerimonia al Senato con quanti hanno investito nei progetti del giornale in classe e, fra questi, si colloca la struttura bisignanese e il professore Rosalbino Turco. Un’enorme soddisfazione, l’ennesima, per l’istituto di Rio Seccagno che, nonostante la perdita dell’autonomia scolastica (dovuta al ricorso dei genitori luzzesi per riportare il liceo classico e l’artistico nel loro paese), non ha perso comunque la voglia di investire sulla cultura, raccogliendo sempre grossi risultati. Ieri mattina, proprio per celebrare l’evento, il dirigente scolastico Franco Murano ha indetto una conferenza stampa per spiegare l’orgoglio del “Siciliano” nonché l’importante riconoscimento istituzionale. Murano ha così introdotto le onorificenze: «Siamo tra i sessanta istituti italiani che parteciperanno all’iniziativa del “Quotidiano in classe”. Siamo onorati per questa gratificazione, ed è questo un premio per il nostro istituto e per il professore Turco, che ha portato avanti con bravura questo progetto nel corso di questi quindici anni, per mettere in comunicazione gli alunni con la carta stampata e ora anche con i nuovi media digitali». Il professore Rosalbino Turco ha poi aggiunto: «Questa scuola è stata coinvolta già con i progetti intercorsi con le aule parlamentari e, stando ai risultati, ha prodotto una buona documentazione per lo studio della storia di questa nazione, come palestra anche di dibattito. Il quotidiano, almeno per noi, non è un semplice giornale bensì una finestra sul mondo, una mediazione tra l’attualità e la scuola, un sostituto del libro di Educazione civica che ci ha permesso di far crescere la lettura nella fascia d’età 14-18 anni». Per il futuro Turco ha elencato altre iniziative: «Partiranno a breve due pubblicazioni e saremo protagonisti con altre manifestazioni. Il concetto di “buona scuola”? Ora va di moda, noi lo abbiamo applicato perché non crediamo in una scuola dei “buoni” e dei “cattivi”: crediamo in un unico luogo di formazione per i ragazzi»

Massimo Maneggio