Il quartiere di Macchia Tavola insorge e il comitato di zona, dopo essersi riunito nell’ultima assemblea, chiede a gran voce le dimissioni del sindaco Umile Bisignano e della sua maggioranza. I cittadini della zona, infatti, si sentono sempre più emarginati dal contesto territoriale, con una serie di problemi allo stato attuale irrisolti. Il comitato dichiara: «Da quasi due mesi , e non è la prima volta, le strade del quartiere sono piene di immondizia. Siamo al corrente dei problemi delle discariche, ma la nostra frazione è situata al confine con Torano Castello e, perciò, vedendo il servizio effettuato dal paese limitrofo, riteniamo la nostra amministrazione come non capace di risolvere il problema». È un po’ il problema ambientale a farla da padrone, con l’incubo amianto a pochi passi: «Dopo l’ordinanza fatta ai proprietari del capannone ricoperto d’amianto risalente a un anno fa – dichiarano- tutto tace e noi respiriamo l’aria inquinata da questo killer. Ricordiamo, inoltre, all’amministrazione comunale di Bisignano il problema dei collettoni di scarico». I problemi in serie per la zona sembrano non finire: «Il campetto di calcio era un divertimento mentre ora è passato a un pericolo pubblico. Ormai è trascorso circa un anno dall’insediamento dell’amministrazione comunale, mentre altri sono in carica dal 2006, e nessuno si è degnato di vedere il nostro degrado. A tutto ciò, si aggiungono anche i problemi di parcheggio e di traffico sulla ex ss 19, dove c’è un passaggio selvaggio: siamo abbandonati al nostro destino, con gli amministrazione che non sanno di avere un’area commerciale non indifferente proprio nella nostra zona». La gente di Macchia Tavola punta il dito: «Dispiace – riferendosi ancora alla maggioranza – se non avete capito che il quartiere si trova nei pressi dello svincolo autostradale, ed è il biglietto di visita del nostro paese. Con questa protesta invitiamo i cittadini bisignanesi a svegliarsi: in tutto il territorio esistono dei problemi, e gli amministratori sono bravi solo a inviare bollette e, nonostante la crisi, noi paghiamo tutti i tributi all’Ente, pur facendo salti mortali per la crisi. Se non vedremo dei risultati siamo pronti anche ad azioni di protesta più incisive».
Massimo Maneggio
su: Calabriaora