Il ritorno del Re

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Il mito continua ad alimentare la sua leggenda, a ben 18 anni e 27 giorni di distanza dalla prima vittoria di lunga serie (Brno 1996, era l’allora Classe 125) e a più di un anno dall’ultimo primo posto, il numero 106 della collezione, nell’Università della moto di Assen. Il successo della scorsa stagione, però, non aveva il sapore di un trionfo a tutti gli effetti perchè Lorenzo era infortunato, Marquez aveva un dito rotto mentre Pedrosa era…Pedrosa. La vittoria di ieri, invece, è magica, unica ed indimenticabile.

Sulla pista dedicata al suo amico Marco Simoncelli, Valentino Rossi regala una di quelle giornate che lo sport italiano era abituato a vivere ogni fine settimana motociclistico, nei bei tempi in cui dire Rossi o dire Motogp era la stessa cosa. Erano gli anni in cui il folletto italiano dominava con la sua Honda tutte le piste del Mondo, prima di cominciare un’altra avventura, ancora più bella, insieme alla sua amata Yamaha M1, la moto con cui dimostrò al Mondo, in una domenica sud africana, che il pilota è più importante della moto. Erano dieci anni fa esatti, quando la prima vittoria Yamaha a Welkom aprì una delle storie sportive più belle di sempre, in cui il numero 46 conquistò esattamente 46 vittorie (e 4 Mondiali) con la squadra giapponese, prima di passare alla Ducati, il più grande errore della sua brillante carriera.

In quelle due stagioni in rosso ci eravamo posti tantissime domande, di cui una su tutte: “colpa di Vale o della moto?”. Il tempo ha dato la sua risposta…

Nella scorsa stagione abbiamo finalmente rivisto un Valentino felice dopo il ritorno in Yamaha e, nonostante abbia conquistato una sola vittoria in tutta la scorsa stagione, il suo umore era nettamente migliorato, chiudendo il Mondiale in quarta posizione e promettendo grandi cose per la stagione attuale. I risultati gli stanno dando ragione: dopo quattro secondi posti e quattro terzi, finalmente la gioia della prima vittoria stagionale, che gli consente di diventare il pilota con la striscia vincente più lunga di sempre, superando il record precedente di Loris Capirossi.

Valentino definisce la sua stagione strepitosa e si autodefinisce “il miglior Valentino di sempre” per l’impegno e la cattiveria messa in pista. Pensare che a 36 anni, dopo 107 vittorie e 9 titoli, si trova ancora qui a battagliare e a battere fenomeni di 21 anni come Marquez ci fa pensare che sia davvero immortale il nostro Vale.

La sua vittoria sembrava annunciata: a Misano le Yamaha non soffrono il gap tecnico rispetto alle Honda e fin da subito per Vale è stato un buon weekend, dimostrato anche dalla prima fila conquistata nelle qualifiche dopo quasi un anno dall’ultima volta (Philips Island 2013). Rossi partiva dalla terza posizione, mentre in pole c’era Lorenzo. Marc Marquez solo quarto.

Alla partenza Marquez parte a razzo e si porta in terza posizione, con Rossi che tallona da vicino Lorenzo. Tra il 46 e il 93 è subito lotta: sorpassi e controsorpassi per decidere chi sarà il rivale di Lorenzo. Il maiorchino, però, sbaglia la scelta della gomma e dopo pochi giri si vede risucchiato dai suoi due rivali, guardando così da lontano l’avvincente bagarre per il primo posto. Mentre nelle altre gare alla lunga Marquez aveva la meglio, qui Valentino chiudeva tutti gli spazi e rendeva la vita impossibile al suo giovane amico/rivale. Il campione del Mondo in carica, per cercare di tallonare l’italiano, le tenta tutte e in uno dei tanti tentativi di tenere il passo del 46 cade sull’asfalto, perdendo tantissimi secondi che a fine gara risulteranno decisivi: chiuderà soltanto quindicesimo, conquistando un solo punto iridato.

Valentino così si ritrova nella condizione perfetta per il trionfo nella pista dell’amico Simoncelli, volando verso il traguardo senza veri rivali: Lorenzo lo insegue a più di due secondi di distanza, mentre l’anonimo Pedrosa conquista il podio solo grazie alla caduta del compagno di team. In quarta posizione uno splendido Dovizioso, mentre Iannone chiude quinto senza entusiasmare come nelle gare precedenti.

Al traguardo è il trionfo: Valentino non smette di festeggiare per una vittoria attesa tantissimo da lui e dai suoi tifosi, felici di poterlo finalmente vedere sul gradino più alto del podio. Ed è proprio lì che la festa raggiunge l’apice: l’Inno di Mameli ritorna a suonare in Motogp, Rossi guarda l’immensa folla gridare il suo nome e probabilmente si commuove dietro i suoi occhiali da sole. Una domenica che lui e tutto lo sport italiano non dimenticherà mai.

Grazie a questi 25 punti il suo distacco dal secondo posto iridato di Pedrosa diventa solo un punto, mentre Marquez mantiene comunque 74 punti di vantaggio sul compagno di squadra. Il titolo è ad un passo ma non arriverà sicuramente ad Aragon. Marquez, però, può puntare ancora a tagliare importanti record come quello di punti (il primato spetta a Lorenzo 2010 con i suoi 383) e quello di vittorie stagionali (gliene manca una per raggiungere Doohan 1997). Il pilota spagnolo ha dimostrato anche in questa gara la sua immensa fame di vittoria che a volte lo porta a rischiare troppo anche quando potrebbe tranquillamente amministrare, ma probabilmente questo è un pregio più che un difetto. Chi ha deluso davvero è Lorenzo, che poteva finalmente sfruttare la buona forma della Yamaha per vincere la prima gara stagionale ma fallisce l’appuntamento a causa della scelta sbagliata delle gomme. Pedrosa, invece, si conferma negativamente per l’ennesima volta.

Adesso il circus del Motomondiale ritorna in Spagna, ad Aragon, con il Gp del 28 Settembre. Risuonerà di nuovo il nostro inno oppure sarà un pilota di casa a portare a casa i 25 punti?