Ho letto con attenzione quanto scritto da Mario Bozzo ed Enzo Paolini su un social network qualche giorno fa circa un auspicato rinascimento meridionale. Importanti argomentazioni che tengono vivo un dibattito mai spento ma nel contempo mai acceso fino al punto da produrre un fuoco divorante di pregiudizi e luoghi comuni sedimentati già in noi stessi cittadini meridionali oltre che nella considerazione nazionale.
Le problematiche le conosciamo ormai tutte, inutile ripetersi, ed oggi più che mai chi ha fatto e continua a fare del Sud il vessillo di battaglie ed impegno civico e politico, deve necessariamente confrontarsi ed adeguarsi ad una nuova realtà.
Ad una analisi della situazione attuale, non sfugge che la mai risolta ed accantonata “questione meridionale” è solo una parte della più complessa ed articolata “questione italiana” fondamentalmente causata da una stanchezza politico-istituzionale che per lunghi anni ha accumulato serie di problematiche rinviandone al futuro opportune soluzioni e decisioni.
Il tempo ne chiede conto, incancrenite devianze non possono essere più tollerate ne rinviate e ci ritroviamo uno Stato ed un Popolo sfiancato, senza vigore, demotivato e volto alla rassegnazione che giorno dopo giorno perde la voglia di rinascita.
Tale grave condizione se risulta nuova per buona parte della nazione quale il centro ed il nord, è ben conosciuta da noi terroni che da sempre la viviamo e ne conosciamo cause ed effetti.
Lo sfruttamento, l’abbandono, la rassegnazione, la residualità, la scarsa importanza sono aspetti che appartengono alla nostra esistenza e non certo ci impressionano.
Per questo e non solo, l’input, lo stimolo, il progetto per una nuova Italia ricomposta ed unita da cui ritrovare slancio e nuova linfa vitale non può che ripartire dal Sud.
Deve ripartire dal Sud, ma da quale Sud?
Non certo dal meridione piagnone e lamentoso portatore di sterili rivendicazioni e vittimismo ma da quel Sud cosciente e consapevole delle potenzialità represse, della rinascita negata, della forza ingabbiata, della volontà di rinnovamento sempre viva, artefice e protagonista del proprio destino.
Per fare ciò non occorre guardare a destra o a sinistra ne tanto meno al centro, fermi restando le idealità di ognuno, è necessario puntare ad un solo interesse, quello del territorio e della sua gente.
La disgregazione è un grande male che da sempre colpisce la nostra terra, molte volte causata da ideologie o pseudo tali che trasformatisi in politiche di parte anziché unire hanno diviso impedendo, di fatto, qualsiasi crescita sociale ed economica. Se a ciò si aggiunge l’insipienza di una classe politica esclusivamente arroccata al potere ed all’autoreferenzialità, il quadro è desolante ma completo ed oggi l’intera penisola rischia di esserne fatalmente colpita, le attuali cronache nazionali di una classe politica estremamente litigiosa lo dimostra ampiamente. Occorre impedirlo.
Se di tali considerazioni, sicuramente non esaustive, ne siamo portatori sani e convinti non possiamo fare altro che abbandonare ogni altra elucubrazione e soprattutto parzialità e passare con fermezza ad una azione incisiva che determini fatti concreti atti a trasformare noi stessi e la realtà che ci circonda.
Noi abbiamo iniziato a farlo, siamo in discussione, vogliamo azzerare situazioni parziali e precostituite affinché insieme si dia vita, non all’assemblaggio di varie bandierine, ma ad una opera condivisa, un movimento di idee, progetti e soprattutto di speranza per il futuro.
Rialziamo l’Italia ripartendo dal sud, insieme si può.
Cosenza 19 aprile 2013 Raffaele Papa
Coord. Prov. MpA Cosenza