In ricordo del Professor Petrassi

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Conobbi il Professor Petrassi un paio di anni addietro, in occasione della commemorazione del Prof. Felice Migliori nel centenario della sua morte. Lo chiamai al telefono per invitarlo a tenere una “lectio magistralis” per l’occasione. Non mi fece finire di parlare e dal tono della voce capii che era contento per questa iniziativa. Mi invitò a casa sua per definire i dettagli. Andai a trovarlo nella sua casa di Piano Monello dove mi accolse con semplicità e confidenza. Parlammo a lungo di Felice Migliori, della storia dell’Ospedale e della chirurgia in Calabria e a Cosenza. Stetti ad ascoltarlo con interesse ed ammirazione apprendendo dal suo dire notizie, aneddoti e fatti che solo lui, memoria storica della chirurgia cosentina, poteva conoscere e raccontare e di cui gli sono grato per avermi fatto partecipe. Parlammo del suo libro sulla storia dell’Annunziata e delle biografie dei medici cosentini illustri che lui aveva scritto nel corso degli anni arricchendole della sua grande cultura che non si limitava al campo medico-scientifico per spaziare in tutti i settori dello scibile. Una personalità interessante e poliedrica, non solo un chirurgo eccelso ma un vero medico umanista. Mi ringraziò per averlo coinvolto in quella iniziativa, e nel salutarmi , visibilmente compiaciuto, mi confessò di essere rimasto favorevolmente sorpreso del fatto che un giovane chirurgo (come lui mi definì bontà sua!) si interessasse di storia della medicina e più in generale di storia locale. Lo salutai ringraziandolo e concordammo di rivederci il giorno dell’evento commemorativo presso la biblioteca dell’Ospedale dell’Annunziata. Nel programma che avevo predisposto, la sua lezione magistrale avrebbe dovuto chiudere i lavori, come è prassi in questi casi, dove il relatore più illustre conclude le presentazioni. Dopo pochi minuti squillò il telefono. Era lui, che mi apostrofò con tono pacato ma deciso, di quelli che non lasciavano molto spazio a repliche: – Sai collega ci ho ripensato. Sarebbe più giusto se a concludere i lavori fossi tu. L’iniziativa è stata tua, hai speso tempo ed energie ed è giusto così. Io parlerò prima di te -. Rimasi colpito e commosso da questo gesto di sincera generosità, segno di una umiltà e di una umanità dai tratti non comuni. Il giorno dell’evento giunse in biblioteca per primo e volle sincerarsi di persona sulla corretta visualizzazione a schermo delle sue “slide”, come un giovane specializzando ai suoi primi congressi. Tenne una magistrale lezione sulla storia della chirurgia tra il XIX e il XX secolo, non mancando di ricordare tutte le conquiste e i progressi avvenuti fino ai nostri giorni e fino a quella chirurgia dei trapianti all’Annunziata, fiore all’occhiello della sua lunga attività chirurgica di cui lui andava fiero. Gli parlai delle mie ricerche storiche su Felice Migliori e sull’idea di realizzare, tempo permettendo, una biografia su questa illustre quanto dimenticata figura di medico e patriota cosentino. Ci lasciammo con la promessa che avrebbe scritto la prefazione al mio volume. Grazie caro Professore, che la terra ti sia lieve. Farò tesoro di tutte quelle preziose notizie che mi hai voluto lasciare come eredità culturale in quel breve ma significativo incontro e farò di tutto per salvarle dall’oblio dell’indifferenza, affinché anche l’ultimo medico umanista sia tenuto ad esempio per le generazioni a venire ad imperitura memoria.