Al palazzetto di Collina Castello la memoria rimanda a tanti anni fa. Le generazioni cresciute con le canzoni dello Zecchino d’Oro erano presenti per uno dei “miti” della televisione in bianco e nero: Cino Tortorella, il famoso Mago Zurlì, spesso in coppia con Topo Gigio. Tortorella non ha lesinato autografi e foto ricordo, con una simpatia contagiosa che ha animato la giornata bisignanese, nella manifestazione “In Coro per i deboli…in coro per l’Unicef”. One man show, lo è sempre all’insegna del sorriso e della garbatezza. Le curiosità maggiori, però, riguardano la sua strana candidatura alla direzione generale della Rai.
Sig. Tortorella giorni fa è arrivata la sua candidatura alla direzione generale della Rai: sarà il coronamento di una carriera ricca di soddisfazioni?
Guardi, la candidatura è nient’altro che una provocazione: ho visto dei nomi che ancora oggi mi lasciano perplesso, come quelli di Michele Santoro, ma soprattutto quello di Carlo Freccero. Chiaramente, in questa mia candidatura, non potevo escludere Topo Gigio, il quale si accontenterebbe, come ingaggio, solo qualche pezzetto di groviera.
Topo Gigio come ha preso la notizia?
Era entusiasta, anche perché lui è il personaggio più conosciuto dello spettacolo italiano. Gigio è famoso in Argentina, Brasile, Usa e addirittura ha partecipato 99 volte in delle trasmissioni di prestigio dove Frank Sinatra, tanto per dire un nome, ha giusto fatto qualche presenza.
Ci sono altri momenti televisivi che ricorda con soddisfazione?
Certamente. Ero direttore artistico di Antenna 3, antesignana di Canale 5, ed insieme a me c’erano persone che avrebbero fatto la storia della Tv, come il regista Beppe Recchia, ma soprattutto il compianto Enzo Tortora. Antenna 3 è stata per alcuni anni la prima tv in Lombardia. Io vengo associato allo “Zecchino d’Oro”, ma sono stato anche autore e regista di “Chissà chi lo sa”, andata in onda per ben 12 anni di fila.
Nelle sue parole si avverte la nostalgia per la tv del passato.
La televisione è cambiata, e purtroppo non ci sono più trasmissioni fatte a misura di ragazzo. Avendone condotte un sacco, riconosco che la tv fatta per i ragazzi di 14 e 15 anni non esiste più. Su Antenna 3 ricordo di aver condotto una trasmissione didattica con Roberto Vecchioni (dal titolo Telebigino, ndr) in cui i ragazzi erano i nostri fan. Oggi i giovani sono dimenticati dalla televisione e questo è un vero peccato.
Massimo Maneggio