Intervista all’attore calabrese Antonio Tallura

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Uno scenario che si presenta decisamente cambiato, quello dell’offerta dei palinsesti Rai e Mediaset. Il tempo passa, la società cambia, e con essa le logiche creative, editoriali, commerciali e professionali, adeguandosi di conseguenza al mercato. Non solo le varie reti devono ora fare i conti con un contesto mutato, ma anche fronteggiare quella che sembra essere la nuova frontiera della fruizione televisiva, le così dette “Smart Tv”. E allora, cosa è cambiato veramente? Cosa è successo negli anni? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Tallura, attore calabrese con alle spalle una corposa carriera nel mondo dello spettacolo, dal palcoscenico teatrale al grande e piccolo schermo; noto volto soprattutto di “Incantesimo”, serial di successo andato in onda sulle reti Rai dal 1998 al 2008; e per un ruolo, più recente, accanto a Sergio Castellitto nel film “Il tuttofare”.

Lei lavora in televisione da tanti anni, quanto ritiene mutato lo scenario e l’offerta delle fiction nei palinsesti Rai e Mediaset? 

E’ cambiato molto anche perché è cambiata la platea televisiva, man mano che il tempo è passato, da quando ho iniziato. Era dai tempi di “Incantesimo” che le fiction avevano un plot decisamente di taglio televisivo, ma molto cinematografico; si lavorava con la telecamera a pellicola, per cui era tutto un altro processo. Negli anni, da quando è arrivata questa ottimizzazione, nel caso del digitale, i tempi si sono accorciati, e accorciando tutto si va a discapito del prodotto.

Cosa pensa che la fiction italiana debba offrire, oggi?

La realtà è invasa da tutto ciò che riguarda scene cruente e problemi di intolleranza, per cui la fiction dovrebbe cominciare a educare, come è stato fatto negli anni ’50 con la lingua italiana, ora a quelli che sono i problemi sociali, dei sentimenti, da un punto di vista umanitario. La società muta, e con essa muta anche il prodotto; dunque la fiction deve concentrarsi sulle le vicende umane e umanitarie, sottolineando valori come tolleranza, stima e rispetto. Oggi purtroppo viviamo soggetti all’esasperazione e all’intolleranza, per cui la fiction italiana dovrebbe darsi certi ritagli, anche perché il target è molto ampio. 

Cosa pensa delle “Smart Tv”? E di questo tipo di offerta sempre a disposizione del telespettatore, non regolamentata da alcun palinsesto?

 Purtroppo andremo sempre peggio perché lo spazio dell’etere è talmente ampio che ognuno può inventarsi qualcosa. Tutte queste tv che sono nate fanno certo un lavoro encomiabile, però il target rimane sempre quello; tra i giovani il riferimento o è “Gomorra” o “Romanzo criminale”.

Certo, le “Smart Tv” stanno sottraendo una fetta consistente di pubblico giovane dai palinsesti generalisti, ma proprio per la natura di tale palinsesto, si auspica un ritorno, prima o poi. Il contatto con il televisore oggetto, e con l’offerta televisiva giornaliera costituisce una sorta di appuntamento fisso, non “on demand”; perciò, anche se si deve essere un po’ “couch potato”, ovvero fare zapping di programmi in maniera passiva, ci sarà sempre qualche giovane lieto di spingere il tasto “on” del telecomando.

Francesco Sarri