Ponte, aumentano i venti di protesta

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Dal Movimento No Ponte parte un appello per le realtà calabresi e siciliane: incontriamoci a Villa San Giovanni il 16 luglio per confrontarci e contrapporre, all’idea di futuro e di sviluppo del G7, ciò che ci sta realmente a cuore per i nostri territori, un eco-sviluppo ed una realtà sostenibile per il nostro Sud. La riunione del G7 a Santa Trada di Villa San Giovanni, è stata annunciata dopo il rilancio della follia del Ponte come “occasione per mettere l’area dello Stretto al centro del mondo”, ma non è che l’ennesima presa in giro per gli abitanti dello Stretto, che mentre vedono sempre più erosi i loro diritti e ridotte le loro possibilità, dovrebbero accogliere i loro carnefici come salvatori. Per quale motivo dovremmo gioire di questo appuntamento? Che cosa faranno mai per dare risposte ai nostri reali problemi, soprattutto quando ad ospitarli è chi questi problemi non solo non ha intenzione di risolverli, ma li sta addirittura aggravando? La visione coloniale dell’attuale Governo italiano assegna alla Calabria il ruolo di Hub energetico per l’Italia e l’Europa. Dei 9 GWh prodotti in Calabria, ben 6 GWh vengono esportati verso le altre regioni. La Calabria ha sempre esportato il surplus della sua produzione energetica senza ricevere alcun beneficio, nel frattempo il Governo finge di dimenticare che il Sud in 20 anni, dal 2002 al 2022, ha perso il 28% dei suoi giovani, costretti ad emigrare in cerca di lavoro e salari non da fame. Che ogni anno l’emigrazione sanitaria dalla Calabria verso il centro – nord ha un costo di 300 milioni mentre gli ospedali regionali chiudono. Fanno finta di non sapere che manca un bene primario come l’acqua, con una fortissima siccità che interessa tutto il Sud ed in modo particolare Calabria e Sicilia. Già vent’anni fa gridavamo “Vogliamo l’acqua dal rubinetto! No al Ponte sullo Stretto”, ricordando che il 50% della nostra acqua potabile si perde nelle tubature fatiscenti, e che la vera grande opera sarebbe stata proprio il rifacimento delle reti idriche. Poco o nulla è stato fatto, e l’allarme relativo al livello dei grandi invasi, al di sotto del 50%, sa di ipocrita offesa. Si dimenticano anche i morti di Giampilieri ed il dissesto idrogeologico. E dell’Alta Velocità che si ferma solo a Salerno, e del completamento della SS 106 Jonica, per il quale mancano ancora 10 mld di euro, e della viabilità interna con ponti che appena costruiti crollano. Cui potremmo aggiungere il taglio dei Fondi di Coesione e Sviluppo, spostati come investimento nella realizzazione del Ponte o la cancellazione di 3,6 mld di euro dei Fondi per la Perequazione Infrastrutturale che sono spariti dalla Legge di Bilancio 2024. E con l’Autonomia Differenziata appena approvata, marginalità e debolezze aumenteranno ancora. Sanità, scuola, trasporti, tutela dell’ambiente fino ad oggi per Costituzione garantiti a e uguali per tutti, diventeranno di fatto oggetto di un mercato. Non è altro che l’ennesimo step di quel processo di frammentazione sociale che ha visto, ad esempio, mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. Ci vogliono divisi, in competizione, lottare tra di noi per un tozzo di pane mentre i potenti ingrassano senza dover seguire nessuna regola. Non è questo quello che è lo “spacchettamento” del progetto del Ponte, a fronte dell’impossibilità di arrivare al progetto definitivo? Ma se l’obiettivo è la frammentazione e la divisione, noi dobbiamo cercare di fare l’esatto contrario, sforzandoci di ricomporre le lotte, ricucire relazioni, riprendere un confronto e un dialogo per costruire noi la piattaforma capace di dare risposte ai nostri territori, mettendo al centro gli interessi reali di calabresi e siciliani e non il mercato e il capitale. Invitiamo cittadine e cittadine, realtà associative, movimenti, rappresentanti delle istituzioni territoriali a partecipare a questo momento di confronto. Facciamo in modo che l’assemblea pubblica del 16 di luglio 2024 a Villa San Giovanni, diventi volano di un processo di consapevolezza e condivisione che ci veda presto impegnati per dare vita a dinamiche sociali e politiche che costruiscano i termini per un eco-sviluppo ed una realtà sostenibile per il nostro Sud.