La chinea era il cavallo bianco che veniva annualmente offerto al papa, in forma solenne per il pagamento del censo per il Regno di Napoli.
Infatti, con il termine Chinèa, o Acchinèa si indicava il tributo che il re di Napoli pagava allo Stato Pontificio per il privilegio che il pontefice disponeva in quanto detentore dei diritti feudali sul regno di Napoli.
Con la “Chinea bianca di Bisignano” si indicava appunto il cavallo bianco di razza, sulla cui groppa il re di Napoli faceva pervenire a Roma, presso il Papa, la somma del tributo da pagare annualmente.
Questa manifestazione, fortemente simbolica del rapporto di vassallaggio, aveva luogo durante la festa di San Pietro e Paolo e si svolse annualmente dal 1472 al 1788.
La famosa chinea bianca, cavallo o giumenta veniva allevata in Bisignano dai Principi Pietrantonio e suo figlio Nicolò Bernardino.
Era tanto ammirata e preferita dalla corte di Napoli, oltre a essere donata annualmente al pontefice dell’epoca, veniva usata anche per il tiraggio del cocchio Papale. Tale chinea diventerà poi lo stemma di Bisignano.
La giumenta allevata a bisignano, è annotata anche da Alessandro Tassoni nella sua “Secchia Rapita”(1622)
“Pallade sdegnosetta e fiera in volto
venía su una chinea di Bisignano,
succinta a mezza gamba, in un raccolto
abito mezzo greco e mezzo ispano”
(dal secondo canto de La secchia Rapita)