La raccolta firme una corsa contro il tempo! Equitalia mediatore sui reclami e nelle Commissioni Tributarie Calabresi la legge non è più uguale per tutti

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Mentre su tutto il territorio calabrese il Comitato provinciale, formato da liberi cittadini, lotta per la modifica della legge regionale 11/2003, inerente i temi della bonifica , ritenendo ingiusto e inaccettabile la tassazione di terreni che sono stati ricompresi nei comprensori dei consorzi di bonifica e che non hanno mai beneficiato di interventi da parte dell’ente impositore del tributo, Equitalia SPA continua la sua mattanza inoltrando ancora una volta una sfilza di avvisi di pagamento a tutti i proprietari di terreni “asciutti” ricadenti nel comprensorio dei consorzi di bonifica calabresi.
Una situazione quest’ultima resa ancora più inaccettabile dal fatto che sul tutto il territorio si sta svolgendo una battaglia civile attraverso una serie infinita di iniziative atte a manifestare il disappunto nei confronti di un consorzio che risulta indebitato per una somma pari al debito della sanità calabrese.

Ma ancora più raccapriccianti sono le notizie che giungo dalla Commissione Tributaria Provinciale, la quale fa sapere attraverso i suoi delegati e sulla carta stampata locale che sta rigettando le richieste dei cittadini, i quali dal canto loro stanno inoltrando volta per volta i ricorsi alle cartelle esattoriali, poiché ritenute dagli stessi un abuso da parte dell’ente impositore in quanto mancanti della documentazione relativa all’approvazione annuale dei piani di classifica, così come imposto dalla legge al fine di poter imporre il tributo.

Infatti, è notizia di qualche giorno fa che la Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Calabria non ha ammesso l’azione collettiva promossa dall’Unione Nazionale Consumatori Calabria, avverso la tassa dei consorzi di bonifica, dichiarando inammissibile il ricorso con sentenza del 09 Luglio 2012, sul presupposto che “il processo tributario impone, in defettibilmente, che tra le cause intercorrano questioni comuni non solo in diritto ma anche in fatto”. (In parole spicciole bocciata la class action contro la tassa consorzi di bonifica).

Per i più miopi e per chi non è stato abituato ad avere i tappi agli occhi riportiamo la seguente sentenza(Cass. Civ. sez Trib. 30.04.2010 n° 10578).

“La Cassazione con tale sentenza non pone in discussione il principio secondo cui nel processo tributario non è di regola ammissibile il ricorso collettivo (proposto da più parti) e cumulativo (proposto nei confronti di più atti impugnabili), essendo necessaria la comunanza delle questioni sia in diritto che in fatto, ma ribadisce che su questioni comuni (come nel caso delle tasse dei consorzi di bonifica), il ricorso è ammissibile in quanto si tratta di questioni giuridiche identiche per tutti i contribuenti ricorrenti”.

“Al di là della questione tecnico-giuridica della vicenda sulla quale l’Unione Nazionale Consumatori Calabria sta valutando i presupposti per proporre eventuale appello alla Commissione Tributaria di secondo grado, è fuor di dubbio che la Cassazione ha sempre ribadito che grava sui Consorzi di Bonifica la prova che le spese sostenute, hanno determinato un incremento di valore dell’immobile, in diretto e specifico rapporto causale con le opere di bonifica (e con la loro manutenzione) e tale da tradursi in un beneficio per il fondo. Ma è altrettanto evidente che i contribuenti raggiunti da tale tassa sui consorzi di bonifica non agiranno mai individualmente in giudizio, perché per fare valere i propri diritti dovranno sostenere un costo per le spese di giustizia che nella maggior parte dei casi supera il costo della tassa stessa”.

Con le sopraccitate prerogative risulta difficile intravedere una via d’uscita imminente se non quella di sottoscrivere numerosi la raccolta firme che si sta realizzando su tutto il territorio per la modifica della legge sui consorzi di bonifica in Calabria (www.comitatocontributibonifica.webnode.it). Inoltre, la riforma della giustizia tributaria, più volte annunciata, si impone in maniera sempre più improrogabile, in Italia assistiamo ormai ad un intasamento delle Commissioni Tributarie con tempi processuali ormai dilatati e che non garantiscono più le ragioni del contribuente.

“L’Unione Nazionale Consumatori Calabria, rilancia l’esigenza di prevedere una effettiva terziarietà del giudice tributario attraverso la fuoruscita dai ruoli del Ministero dell’Economia, che oggi nomina i giudici, li paga, ha il potere sanzionatorio su di essi, ma è anche controparte dei contribuenti nell’80% dei processi che si tengono presso le commissioni tributarie. Come se non bastasse, il D.L.98/2011 che ha introdotto la mediazione obbligatoria in materia tributaria a decorrere dal 1° aprile 2012, ha affidato il ruolo di mediatore sui reclami, alla stessa Agenzia delle Entrate”.

Dunque, al danno segue la beffa per tutti coloro che inoltrano per diritto di causa un sacrosanto ricorso, mentre i Consorzi e i loro dirigenti si sfregano le mani alla faccia di tutti i piccoli proprietari terrieri, aspettando il pagamento da parte dei consorziati del tributo con l’annessa mora e spese giuridiche e magari con il benemerito di una Commissione Tributaria. Cittadini è arrivata l’ora di ribellarsi a questo sistema partendo a questo punto dalle sedi della giustizia italiana dove probabilmente si è dimenticato il motto che la “legge è uguale per tutti”. Solo una giustizia tributaria riformata e celere potrà garantire un sistema equilibrato a misura di contribuente e non a favore soltanto di un ente che ha prodotto debiti senza mai erogare un servizio.

16/10/2012                                                                                              Alberto De Luca