L’istituzione sociale responsabile dell’istruzione e della formazione attraverso un programma di studi metodicamente ordinato, quale è la scuola, ha come primo obiettivo la formazione di una coscienza critica in ogni studente, all’interno di un ambiente in cui lo stesso studente ha una posizione se non esattamente preminente, comunque non marginale. Ma ciò che è successo giorno 6 del mese corrente ha smentito ignobilmente quanto sopra detto, dimostrando che agli alunni del Liceo Scientifico di Bisignano, “Enzo Siciliano”, viene negata ogni forma di libertà di scelta e di espressione…
Diritti che non dovrebbero nemmeno essere lontanamente messi in discussione e che nel peggiore dei casi, se manifestati civilmente, nessuno può negare. Neanche il dirigente scolastico Michelina Bilotta. Dal regolamento d’istituto si evince letteralmente che gli studenti sono tenuti a scegliere nella più piena autonomia di frequentare o meno le attività aggiuntive della scuola. E’ evidente che tale regolamento non viene affatto rispettato dalla preside che più volte ha affermato di essere, in qualità di capo d’istituto, l’assoluta “padrona” della “sua” scuola, avente inoltre il diritto di prendere in ogni momento qualsiasi decisione; a noi spetta solo l’ingrato dovere di ubbidire, sempre.
Ma non è questa una forma di dispotismo sterile e fine esclusivamente a agitare gli animi? Che funzione ha il Consiglio d’istituto se non esiste la libertà di esprimere con educazione idee diverse dalla sua e se tutti i suoi “ordini di servizio” non possono essere in nessun modo replicati? Dopo tanti richiami per svolgere un test d’inglese inizialmente dichiarato facoltativo per l’ammissione al corso Trinity, gli alunni, aventi un voto nella materia inglese compreso tra 7-8 del Liceo Scientifico “Enzo Siciliano”, dopo aver più volte rifiutato perché semplicemente non interessati, sono stati costretti con la forza a svolgere questo test.
La sua funzione in realtà non è ancora stata chiarita poiché tra la dichiarazione che questo test fosse utile per un corso d’eccellenza, poi dichiarato per il Trinity e addirittura anche come test di valutazione della materia in questione, la sua vera finalità rimane ancora un mistero. Con assurde minacce di provvedimenti scolastici, ricatti, note disciplinari, sospensioni e ammonimenti per tutti i docenti di quegli alunni perché accusati di fornire un cattivo esempio educativo e non consono ai metodi d’insegnamento, la preside, Michelina Bilotta, usando il suo carisma e il suo elevato charme ha maleducatamente offeso e minacciato gli alunni della sospensione degli scrutini. E per quale motivo? Per avere esercitato il diritto di scegliere cosa si ritiene più giusto per la personale formazione culturale, per non aver subito, ridotti al silenzio, una scelta obbligata, un abuso di potere, manifestato da un dirigente scolastico in grado di asserire, in una sorta di buffa imitazione del fu Luigi XIV, di costituire ella stessa la scuola.
Così a fronte delle innumerevoli minacce e offese ricevute e per evitare di partecipare ad un corso comunque sia facoltativo e non richiesto, la maggioranza degli alunni presenti in aula magna, ha semplicemente lasciato in bianco i fogli del test. L’art. 1, comma 4 dello Statuto degli Studenti e delle Studentesse così recita: “la vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza, e di religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro età o condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale o culturale.” E continuando l’art.4,comma4:” in nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestate e non lesiva dell’altrui personalità”.
Questi principi sono senza dubbio importanti e costituiscono la premessa per una scuola che abbia non solo un’effimera parvenza di civiltà, ma che sia effettivamente adeguata ai tempi che corrono.
Sebbene possa risultare leggermente complicato applicarli alla realtà scolastica, bisogna comunque garantirne l’osservanza con tutti i mezzi possibili. Nessuno deve punire, quindi, con sanzioni disciplinari studenti che protestano (ovviamente utilizzando toni più concilianti ed educati possibili) contro atti di insegnanti e presidi.
Dulcis in fundo, giorno 08-02-10 alle ore 17:00 è convocato un consiglio straordinario in cui la Preside decide appoggiata dalla maggioranza dei professori di abolire anche tutte le altre attività costruttive proposte dalla scuola, tra cui Olimpiadi di Matematica e gite scolastiche. Forse perché non è chiaro il concetto che scegliere di non voler fare un corso non significa non essere interessati a nessun’altra attività proposta. E’ venuta a mancare la libertà di scelta in un istituto in cui prima della formazione culturale, ci si dovrebbe preoccupare della formazione umana di cittadini che saranno i professionisti di domani. In un clima di dittatura, dunque, basta viltà e omertà. È necessario ascoltare opinioni e idee che possono anche non essere congruenti ad altre che si professano più autorevoli, ma che sono innanzitutto lo specchio di studenti che devono dare rispetto ma che meritano anche di riceverlo!
Comunicato di uno studente anonimo segnalato ed inviato
da Sonia Tortorella il 09/02/2010