Lo ha deciso il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, presieduto da Franco Bernabè. Sono state indicate come candidature italiane alla Lista del Patrimonio Mondiale per il 2019 gli “Ecosistemi forestali della Sila” e le “Alpi del Mediterraneo”, quest’ultima come candidatura transnazionale insieme a Francia e Principato di Monaco.
Lo annuncia lo stesso Consiglio, precisando di aver inoltre confermato “all’unanimità come candidatura alla lista rappresentativa del Patrimonio Immateriale per il 2019 la Perdonanza celestiniana ed ha iscritto alla lista propositiva italiana del Patrimonio mondiale il sito Grotte e carsismo evaporitico dell’Emilia Romagna”.
La Sila “è sede di straordinari processi ecologici che interessano gli ecosistemi delle foreste” ricordano dalla commissione nazionale italiana Unesco. Nel territorio degli ecosistemi forestali della Sila si trova il gigantesco pino laricio di Calabria. Nella lunga e complessa storia geologica del Massiccio della Sila ha dato luogo a processi biologici ed ecologici collegati ad ambienti terrestri e acquatici di notevole importanza. In particolare, grazie al suo isolamento geografico l’area ha svolto la funzione di rifugio delle specie delle foreste europee durante le glaciazioni, dando loro la possibilità di espandersi in seguito al ritiro dei ghiacciai.
La Sila, viene sottolineato, risponde al IX dei criteri previsti dall’Unesco per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio mondiale, che riguarda la rappresentatività di significativi ininterrotti processi ecologici e biologici nell’evoluzione di ecosistemi terrestri e acquatici e di comunità di piante e animali, e al criterio X, che riguarda la presenza di importanti habitat naturali per la conservazione della diversità biologica.