La strana messinscena delle spoglie ritrovate

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L’inchiesta finisce in archivio. Perché il miracolo non c’è stato. Le spoglie del Santo rimangono in mani anonime ed i ladri che le trafugarono restano senza volto. La scienza – algida indagatrice – non ha fatto sconti. I resti di due uomini, morti a distanza di trecento anni l’uno dall’altro, fanno definitivamente sfumare la speranza di poter esporre nella chiesa del paese in cui visse, i resti mortali di Sant’Umile da Bisignano. Quel mucchietto di ossa consegnato a un giovane priore da un misterioso fedele durante la confessione, non appartengono al Santo calabrese più amato dopo Francesco di Paola. Le indagini condotte dal pm Salvatore Di Maio l’hanno stabilito in modo scientificamente incontrovertibile. Le modernissime tecniche di analisi adottate per offrire una datazione storica delle ossa garantiscono infatti margini di errore ridottissimi. Il caso, insomma, è chiuso. Si tratta di resti appartenenti a persone vissute in periodi diversi rispetto al miracoloso frate. La vicenda giudiziaria prese spunto dalla consegna fatta il 25 gennaio dello scorso anno al priore dei Frati Minimi di Bisignano di resti umani avvolti in un giornale risalente al 1977. L’ anno in cui le spoglie di Sant’Umile vennero trafugate.

Fonte: Gazzetta del Sud