L’Epifania è la festa liturgica più solenne della Chiesa Cattolica. Essa è detta anche “Prima Pasqua” e rappresenta nella cultura popolare il culmine delle cerimonie cicliche che scandiscono il corso dell’anno.
La notte che precede la festa dell’Epifania è considerata notte di eventi miracolosi. Gli animali parlano e per questo fatto sono capaci di maledire il padrone e fare in modo che la sua famiglia vada incontro a misteriose disgrazie. Per evitare ciò, la sera della vigilia, bisogna farli mangiare in abbondanza.
A Bisignano e in altre diverse località della Calabria si racconta una storiella: Il fattore di una masseria imprecisata era abbastanza scettico ma altrettanto curioso. Così decise di appurare personalmente questo evento prodigioso. La notte della vigilia dell’Epifania decise di dormire nel pagliaio, dietro la mangiatoia dei buoi. A mezzanotte l’asino disse al bue “ Mangiàmu bùanu…ca dumani hàmu fatigàri. Hàmu portàri `u patrùni `ccù ru carru….” (Trad. Mangiamo più del solito perché domani avremo da lavorare. Dovremo portare il padrone al cimitero). Nel sentire queste parole il fattore fu preso da tremenda paura. A fatica giunse a casa ma morì sulla porta. (Approfondisci la storiella del contadino bisignanese che ha sentito l’asino parlare).
La notte della vigilia, le fontane versano olio e nei fiumi scorre vino ma nessuno è in grado di accorgersene.
A tal proposito, un altra storiella che si racconta a Bisignano è quella di una famiglia che la notte del 5 Gennaio, accorgendosi di avere vuoti i recipienti dell’acqua, il capo famiglia andò alla vicina fontana per riempire i boccali d’acqua. Solo la mattina successiva, la moglie si accorse che i boccali erano pieni di olio. Infatti la condizione idonea per poter assistere a questi avvenimenti, secondo la cultura popolare, è quella di essere “sinceri” e cioè non essere a conoscenza di nulla.
Con la Befana si conclude il periodo più atteso dell’anno e come ogni festività, in Calabria e a Bisignano non possono mancare le tradizioni a tavola. Le famiglie bisignanesi sono solite festeggiare la vigilia dell’epifania con abbondante cenone a base di pesce: baccalà, pasta ammullicata, ecc.
La notte dell’Epifania i bambini sono soliti appendere la calza dentro il camino o lasciare le proprie scarpe con la speranza di trovarvi dentro cose buone. Attendono tutti l’arrivo della befana mentre ormai si disfa il presepe o l’albero di Natale.
La befana è un personaggio mitico, di estrazione popolare, e viene rappresentata come una strega brutta e vecchia ma altrettanto benefica che porta tanti doni ai bambini buoni per ricordare l’omaggio che i Re Magi offrirono a Gesù quando nacque. Ella è vestita di stracci e scende dal cielo viaggiando su una scopa, si infila poi nel camino e giunge nelle case tra il 5 e il 6 gennaio. E proprio in questa notte un tempo si celebrava la Messa della Stella. Tre persone impersonavano i Re Magi e a cavallo si dirigevano verso la chiesa sotto la guida di una stella di carta. Essa era posta su di un filo e dentro vi era acceso un lume. Succedeva spesso che la carta si bruciava ma questo veniva interpretato dalla gente come segno infallibile della mano di Dio.