Il più grande giocatore in attività e i Mondiali di calcio: rapporto difficile quello tra Leo Messi, fuoriclasse argentino, e il la massima rassegna iridata per nazionali. I precedenti mondiali disputati dall’asso del Barcellona avevano visto un giocatore totalmente diverso rispetto a quello dominantin maglia blaugrana: timido e mai decisivo.
Nel Mondiale di Germania 2006 un solo gol, tra l’altro inutile, e nulla più per l’ancora acerbo argentino, mentre nel 2010, in Sud Africa, Lionel era reduce da stagioni strepitose in Spagna e in Europa che lo avevano consacrato come calciatore più forte del mondo. Doveva essere il suo mondiale, davanti agli occhi del Ct Maradona che più di una volta gli aveva affidato lo scettro di erede. Il risultato però non fu quello aspettato: zero gol e fuori meritatamente nei quarti contro la Germania. Il Messi di quella competizione era stato pessimo e non fu migliore nemmeno nella Coppa America del 2011, disputata tra l’altro in Argentina. Fuori ai quarti per mano dell’Uruguay, la Pulce aveva confermato il suo doppio volto: immenso al Barca, mediocre in nazionale.
La stagione appena trascorsa ci aveva mostrato un Messi nettamente fuori forma, poche volte decisivo e tante volte bloccato da conati di vomito a fine partita. Molti malignavano affermando che si stava risparmiando per i mondiali, ultimo gradino da salire per poter essere davvero l’erede di Maradona. Non sappiamo quanto ci sia di reale nella preparazione “mondiale” di Messi, ma resta il fatto che il giocatore visto in queste prime tre partite mondiali è tutto un altro Messi rispetto alle opache prestazioni precedenti in nazionale. Subito un gol decisivo all’esordio contro la Bosnia, poi una magia al 91° contro l’Iran ed infine una splendida doppietta contro la Nigeria, con una punizione da capogiro. Non sarà ancora il massimo della brillantezza ma resta il fatto che il Messi visto in queste partite candida l’Argentina a poter essere una delle principali pretendenti alla Coppa del Mondo, nonostante Higuain, Aguero e soprattutto la fase difensiva della squadra non siano ancora al top. Citando l’allenatore della Nigeria, “Messi viene da Giove” e solo un extraterrestre potrà superare la grandezza di Maradona e Pelè. Sulla strada dell’Argentina il prossimo ostacolo sarà la Svizzera degli italiani Inler, Lichtsteiner, Dzemaili e Behrami: avversario tosto ma non impossibile per la Pulce.