I giovani sono costretti a lasciare la propria terra, mentre le aziende a Bisignano hanno ben poco supporto. Una triste realtà è quella bisignanese, dove si registra un incremento di ragazzi che fanno le valigie alla ricerca di una propria dignità lavorativa, seguendo l’esempio dei loro nonni nell’attraversare i confini italiani. Tutto ciò è uno schiaffo anche per il territorio, che non è stato mai rilanciato da un serio progetto politico-imprenditoriale nel corso degli anni, ma anche dal poco appeal della zona industriale, dove molte aziende hanno dovuto abbassare le serrande a causa della crisi economica. L’area cratense, infatti, pur collegata benissimo, grazie alla vicinanza con lo svincolo autostradale A3 nell’uscita di Torano Castello, non è mai decollata per l’assenza di servizi, dalla pubblica illuminazione al manto stradale, passando anche per elementi quotidiani come la linea telefonica che, al minimo temporale, spesso saltava, costringendo tutti a rallentare il proprio lavoro. Sul mancato decollo dell’agglomerato industriale bisignanese, è lapidario il commento di Pietro Lanzone, vicepresidente di Confapi Calabria: «Non esiste una zona industriale a Bisignano, nei fatti, e questo è il grande treno perso. Andava fatto un lavoro capillare, il risultato è sotto gli occhi di tutti. Hanno levato la terra agli agricoltori per darla ad aziende che non hanno avuto né servizi e né supporto».
Massimo Maneggio