Alberto De Luca scrive da Bisignano – Onorevole utilizzo il supposto aggettivo (per rivolgermi alla Sua personale attenzione) come onorabile rappresentante della politica calabrese, cioè, di persona, che è degno di onore, di stima, di rispetto.
Circa un anno fa mio padre ha ricevuto un avviso di pagamento da Equitalia, in cui si richiedeva il pagamento del tributo di bonifica per una somma di 456 euro. Nonostante il ricorso (presentato regolarmente e meticolosamente con l’annessa richiesta di sospensiva al giudice) Equitalia ha inoltrato un sollecito di pagamento riferito a quell’importo.
Meno di un mese fa, invece, sempre mio padre ha ricevuto una nuovo avviso di pagamento riferito ai ruoli 2011, con un importo maggiorato di 100 euro (su questo particolare l’Ente dovrà rispondere in sede di giudizio e non solo Tributario a riguardo anche della trascrizione del comprensorio unico di contribuzione, dell’aggiornamento annuale del catasto consortile e della mancanza totale dei piani di riparto e di classifica, i quali indici sono fondamentali al calcolo del tributo, anche in presenza della legge 11/2003, Comma 1, lettera A).
Ritornando al fatto specifico, fino a oggi (in meno di un anno) il mio babbo ha ricevuto avvisi di pagamento per una somma totale di oltre 1000 euro da corrispondere al Consorzio di bonifica, per il conseguimento dei soli fini istituzionali (Confronta: Decreto, Giunta Loiero, 1999, “Riforma dei Consorzi di bonifica calabresi, istituiti per debiti, stipendi, mantenimento delle associazioni di categoria, alla faccia di pochi fessi e del sottoscritto che per vivere fra poco dovrà “prostituirsi”) quest’ultimi imposti su terreni con redditi domenicali di gran lunga inferiore all’importo da pagare (ai residenti di zone “asciutte” sono arrivate cartelle di pagamento dirette riferite ai ruoli 2005/2006 e 2007/2008, con importi superiori a 2000 euro, nei quali fondi non si può nemmeno camminare a piedi).
I terreni del mio babbo sono per la maggior parte dissestati e scoscesi, senza una viabilità interpoderale e principale (il Comune le ha chiuse per mancanza di fondi, ormai da tre anni) privi di fossi di scolo e quant’altro serve per la salvaguardia ambientale di un territorio.
Dopo le alluvioni del 2010 e del 2011 il mio babbo ha preso i soldini della sua pensione (meno di 500 euro al mese) e a poco alla volta ha ristabilito soltanto una parte di quei terreni. La viabilità comunale risulta , invece, tuttora abbandonata ai cardi e alle pozzanghere, in alcune parti ridotta a una viuzza per gli asini. (In Prefettura dovrebbero ancora esserci le foto inviate dal Comitato delle Contrade e consegnate a mano al Prefetto, in un dischetto, accompagnate da altri documenti. Anche qualche politico della maggioranza calabrese ebbe in mano lettere e foto riferite al contesto).
Per concludere, mio padre possiede soltanto una casa (edificata in piena regola e con gli ausili previsti per le case rurali subito dopo la guerra, per la quale lo stesso paga tutti gli oneri da oltre 50 anni al Comune di Bisignano).
A tal proposito, neanche il Governo Monti (da che se ne dica) ci ha vessati con la tassa sulla prima casa (poiché la struttura oltre a essere casa unica di proprietà non ha valore di mercato, è ubicata in una zona impervia, in un territorio declassato a zona franosa e privo di viabilità) e non possedendo una seconda casa non ci ha imposto, naturalmente, nemmeno la seconda IMU.
Il Consorzio di bonifica integrale dei bacini meridionali del cosentino, invece, (innalzandosi al rango di Stato) ci ha imposto di pagare un’imposta diretta sulla proprietà. Infatti, il tributo di bonifica, senza un beneficio sul fondo (dovuto soltanto per il solo conseguimento dei fini istituzionali, come previsto appunto dalla Legge Regionale11/2203) è una patrimoniale diretta sui terreni extra agricoli, impervi, dissestati e classificati come macchia mediterranea.
Onorevole, come mai la Regione Calabria e la Politica locale non hanno applicato un’imposta diretta per togliere i debiti ai Consorzi di bonifica anziché avvalersi di una Legge Regionale ad hoc al fine di vessare i più fessi (cioè coloro che non usufruiscono di nessun servizio)?
Perché codesta imposta dovrebbero pagarla soltanto i pensionati con meno di 500 euro al mese o ancor peggio quelli come il sottoscritto, il quale nonostante una laurea e con un’età di 38 anni è ancora costretto a vivere di stenti?
Era necessario confezionare tutto questo nei confronti anche dei suoi elettori?
Perché proprio a quest’ultimi ci si è rivolti con cotanto accanimento fiscale?
Perché continua a dormire inesorabilmente?
Onorevole, Lei ha il dovere di togliere la castagne dal fuoco prima che tutto vada in fumo. Un Suo personale intervento potrebbe bloccare la mattanza di Equitalia, in attesa della modifica alla legge attraverso la raccolta delle firme, ormai in atto da mesi (in questo momento delicatissimo per l’economia delle classi più povere). È indispensabile e vitale che Lei riprenda il Suo ruolo di Onorabile della Repubblica italiana.
Oltremodo, sarò costretto, insieme al mio babbo e a tutti i residenti dei suddetti luoghi (qualora fossimo vessati da ulteriori avvisi di pagamento, inviati dal Consorzio tramite cartelle di Equitalia, dai costi dei ricorsi, delle spese legali a discapito dei bisogni quotidiani per poterci alimentare, vestire e curare) a reclamare animatamente affinché qualcuno intervenga in nostro aiuto (fosse anche a costo della propria esistenza).
I Consorzi di bonifica potranno continuare a svolgere le loro funzioni amministrative, economiche e di contenitori indispensabili alla politica per i voti di scambio ma non si può più pretendere di continuare a far ciò sulle spalle di chi non ha più un centesimo, non possiede un lavoro, non ha una viabilità per uscire di casa e non usufruisce di nessun benefico diretto e specifico di bonifica da parte dell’Ente impositore.
Onorevole, intervenga in favore dei giusti e dei più bisognosi, con un Decreto per non farci trascorrere il Natale sopra un traliccio dell’alta tensione!
Onorevoleeeee, dorme o è desto?