Il “ritorno” di Marco Giampaolo
Nel mondo del pallone c’è un uomo che non puoi mai dare per “morto” – professionalmente parlando – nonostante faccia il mestiere più carogna nella categoria, l’allenatore: Marco Giampaolo.
L’allenatore è il mestiere più complicato nell’ambito – chi ha giocato a Football Manager senza imbrogliare lo sa: a volte hai una squadra di fenomeni, altre una “banda di ignoranti”, ma indipendentemente dagli uomini al tuo comando devi raggiungere degli obiettivi prestabiliti, devi fare punti, altrimenti perdi il posto. Puoi giocare bene, puoi essere un genio della tattica, ma se semplicemente sei entrato in un momento sfigato dove tutto ti va per il verso sbagliato il tuo sedere comincerà a friggere come le patatine del McDonald’s.
Marco Giampaolo, nonostante abbia beccato negli ultimi anni tutta una serie di “momenti-friggitoria” riesce comunque a ritagliarsi ancora il suo spazio nei massimi campionati. Crediamo, a questo punto, che lui sia esattamente come l’allenatore descritto prima: quello bravo ma con una “nuvola dell’impiegato” sopra la testa grande come una casa. Ripercorriamo brevemente la sua carriera.
Comincia ad Ascoli, dove formalmente è il vice-allenatore di Massimo Silva, perché lui al momento è ancora sprovvisto del patentino. Per questo piccolo “imbroglio” viene squalificato per due mesi (strana la vita: Conte è stato squalificato per quattro mesi per calcioscommesse, sulla base del “non poteva non sapere”; le proporzioni mi sembrano un po’ così…). Nonostante tutto arriva la promozione in Serie A il primo anno – rocambolesca: il Genoa viene colto in flagrante mentre compra la partita col Venezia e viene declassato all’ultimo posto, Perugia e Torino che si erano conquistate la promozione falliscono – e la salvezza il secondo.
Giampaolo lascia l’Ascoli per andarsi a sedere su una delle panchine meno tranquille della Serie A, quella del Cagliari, dove nel 2006/2007 viene esonerato, sostituito da Colomba che viene esonerato anche lui e infine richiamato, portando la squadra alla salvezza con una giornata di anticipo.
Ora ci si chiede: “ma allora che avete da dire? Finora è stato un bravo allenatore!” Probabilmente, ma è adesso che comincia il periodo “sfigato”:
2007/08, Cagliari: esonerato alla 12° giornata;
2008/09, Siena: salvezza;
2009/10, Siena: esonerato alla 10° giornata;
2010/11, Catania: esonerato alla 20° giornata;
2011/12, Cesena: esonerato alla 10° giornata. Si segnala il 23 ottobre Siena –Cesena, dove il tecnico viene preso in giro da entrambe le tifoserie: i toscani cantavano “Possesso palla”, i romagnoli rispondevano “Non tiriamo mai”;
Ok, fermiamoci un attimo, perché adesso arriva il bello: Giampaolo a Brescia. Serie B, anno 2013/14: per il Brescia arriva una sconfitta contro il Crotone, gli ultras vogliono un confronto privato con il tecnico. La società cede e acconsente a qualcosa che è oggettivamente difficile da accettare. Il giorno dopo questo “confronto”, Giampaolo è sparito: all’allenamento mattutino di lui non c’è traccia. Le voci si rincorrono: chi dice che è scomparso, chi invece dice che è al mare, lui è irrintracciabile e persino “Chi l’ha visto?” gli dedica un servizio. Poi si capisce: Giampaolo è stato costretto ad un confronto improponibile e nel periodo da “desaparecidos” ha deciso di andare via da Brescia. È il 25 settembre, Giampaolo si rifà vivo dopo due giorni e rassegna le dimissioni dall’incarico.
Nel 2014/15 subentra come allenatore della Cremonese in Lega Pro. Arriva ottavo a fine campionato e se ne va.
Ora, guardando questa carriera, cominciata in modo promettente ma proseguita con una sfilza di esoneri, viene da chiedersi: chi prenderà Giampaolo come allenatore?
Risposta facile: l’Empoli. Giampaolo è da poco il neo allenatore della squadra toscana, col compito mica facile di non far rimpiangere Maurizio Sarri. Una panchina di Serie A per un allenatore dalla storia tanto travagliata, come è possibile?
La spiegazione che ci possiamo dare è sempre quella suggerita prima: lui è bravo, ma ha una sfiga enorme. Quando la Juve decise di prendere Ciro Ferrara, fra i nomi in lizza c’era pure il suo. Cioè, stiamo parlando della panchina della Juventus, mica della Longobarda. Dopo tutto Allegri, fresco del suo primo scudetto al Milan, disse che Giampaolo era più bravo di lui, uno dei migliori in giro, forse anche meglio di Mourinho…
Mario Iaquinta