Palestina vs Israele: l’eziologia del conflitto

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Nel puerile immaginario collettivo, sia quello odierno, sia quello atavico, meccanismi pedagogici distorti plasmano nella psiche degli infanti figure di terribili mostri connotati da un assetato senso di omofagia, o da un aspetto ripugnante; se invece fossimo noi i veri mostri? Magari non mangiamo i nostri simili, però li uccidiamo; non abbiamo certamente un aspetto ripugnante, ma lo stesso si potrebbe dire per il comportamento? Non possiamo non esemplificare il tutto, anche in maniera pletorica, non rifacendoci agli avvenimenti quotidiani quale il terribile scontro Palestina-Israele che sembra evidenziare un grande paradosso dal carattere inversamente proporzionale al contrappasso dantesco nonché, ironicamente, quintillianeo : gli allievi imparano dai maestri nazisti, ciò che sta avvenendo in Palestina sembra un olocausto del duemila, donne e bambini non vengono risparmiati; coloro che furono vittime si stanno trasformando nei carnefici. Proviamo ad esaminare l’eziologia del conflitto. Dopo la seconda guerra mondiale, precisamente il 29/11/1947, l’ONU riconobbe i due stati indipendenti e sovrani ed un regime speciale per Gerusalemme, ma un anno dopo Ben Gurion dichiara l’indipendenza di Israele: scoppia la guerra arabo-israeliana ed Israele diventa membro delle nazioni unite. I conflitti non si fermano qui, infatti nel 1964 Yasser Arafat e khalil Wazir, “motu proprio”, animati dalla veemente intenzione di liquidare, sotto il piano politico e militare nonché culturale, Israele, crearono l’Olp. Nel 1967 ci fu la c.d guerra dei sei giorni, per mezzo della quale Israele conquistò nuovamente il Sinai ( lo fece anche nel 1956, nella c.d guerra del Sinai, attaccando l’egitto coadiuvato da Francia ed Inghilterra, ma poi lo restituì), occupò la Cisgiordania, la striscia di Gaza (fino al 1997) e le alture del Golan. Nel 1987 nacque HAMAS: questa una delle tappe fondamentali per carpire la congettura , l’architettura ed addirittura la gnoseologia di questa guerra metafisica. Hamas è un’organizzazione paramilitare avente come architrave assiologica la “perifrastica passiva” tendente alla genesi di uno stato palestinese in sostituzione di Israele. Ordunque mi permetto di confermare l’ipotesi che molti di voi avranno già colto: HAMAS è una sorta di continuazione della ZOB, celeberrima organizzazione ebraica che nacque dall’indignazione derivante dall’osmosi dell’esegetica analisi di una traumatica deportazione più una politica dell’acquiescenza da parte del governo ebraico. La domanda che tutti dovremmo porci è: chi appoggiò Hamas? La risposta è sconcertante, infatti, l’organizzazione fu appoggiata dagli USA e dallo stesso Israele. Perchè appoggiare Hamas e dopo ritenerla un’organizzazione terroristica? Sarà forse un capro espiatorio? Davvero la Palestina senza Hamas sarà più pacifica? Recentemente sono stati scoperti giacimenti abnormi di gas che la Palestina potrebbe rivendere ad Israele alla modica cifra di miliardi di euro; nessun dubbio: la striscia è occupata dagli Israeliti perchè adatta a difendere la popolazione dagli attacchi terroristi; questa “la summa” delle castronerie politiche dei media che ormai ci tediano! Dal 1994 in poi (anno della nascita dell’autorità nazionale palestinese includente territorio della Cisgiordania e della striscia di Gaza), dopo una serie di accordi internazionali per nulla producenti o mai andati in porto ( prima ci furono i famosi accordi di OSLO tra Yasser Arafat e Yitzhak Rabin, sponsorizzati da Bill Clinton), come ad esempio gli accordi di Camp David, inizia il processo di emarginazione della Palestina culminante nella costruzione del muro di separazione. Nel 2006 Hamas vince le elezioni; le autorità israeliane iniziano le loro operazioni, spesso truculente e sanguinose (ad esempio l’operazione piombo fuso oppure l’operazione pilastro di sicurezza), con la scusa o con il motivo, dipende dalle angolature prospettiche, di fermare un governo oclocratico di matrice terrorista: del gas della striscia di Gaza e del fatto che Israele non abbia nemmeno una goccia di petrolio non si parla molto. Israele e Palestina sono due grandi stati e ,certamente, hanno entrambi le loro colpe storiche ,il loro “dolo” e le divergenze culturali, ma quello che oggi sta succedendo è improponibile: i mercati stanno schiacciando l’uomo, comprimendo l’io al cospetto di una cupidigia insaziabile che rende etereo e secondario anche il diritto alla vita, l’unico che riempie la “grundnorm kelseniana” ( secondo una dottrina minoritaria); il vivere viene eluso e distrutto da una sorta di stato di diritto internazionale, reale e metaforico alla stesso tempo, descritto alla perfezione da il celebre brocardo di Hobbes: Homo homini lupus.

di Francesco Ferdinando Cristarella Oristano

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