Partenze e arrivi in casa Ferrari

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Finisce un’era in casa Ferrari. Anche se manca l’ufficialità ormai è praticamente certo l’addio di Fernando Alonso alla Scuderia del Cavallino dopo cinque stagioni che comunque rimarranno impresse nella storia del pilota e della Casa automobilistica.

Alonso arriva in Ferrari nel 2010 dopo le due stagioni in Renault ed è subito una grande stagione: il pilota spagnolo approfitta del testa a testa casalingo tra Vettel e Webber e si infila nella lotta Mondiale tra le due Red Bull, nettamente migliori a livello di prestazioni rispetto alla sua Ferrari. Nel Gp di Corea arriva il sorpasso in classifica grazie alle disgrazie in casa Red Bull e per l’asturiano ci sono diversi punti di vantaggio che sembrano amministrabili da lì alla fine del Mondiale, ma nella drammatica (sportivamente parlando) gara finale di Abu Dhabi succede un incubo: la strategia del Cavallino è errata e Petrov diventa un muro insuperabile per Alonso, che chiude lontano da quel podio sul quale vedrà la prima di tante gioie iridate del tedesco Vettel.

La stagione successiva è durissima, sia per la delusione passata che per l’inferiorità della macchina. Il primo podio arriva solo alla terza gara mentre la prima ed unica vittoria stagionale la realizzerà a Silverstone. Vettel vince comodamente il Mondiale e Alonso si ritrova lontano anni luce nella classifica finale.

La terza stagione nasce male in Australia ma a lungo andare sembra essere quella buona, sia per i problemi in casa Red Bull e sia per il grande equilibrio tra tutti i piloti che permette di premiare il più continuo Alonso. Ma il momento nero è dietro l’angolo: prima arriva la pessima strategia del Canada e poi arriva la striscia micidiale di Vettel che approfittando dei due incidenti che la Lotus ha con la Ferrari di Alonso si riporta in testa nel Mondiale nel rush finale. Si arriva ad Interlagos con la speranza di rivivere le emozioni vissute da Raikkonen nel 2007, ma dopo una lunga battaglia il Mondiale è nuovamente di Vettel per soli due punti. La faccia di Alonso a fine gara parla più di mille parole. E’ in questo momento che si rompe il legame tra il team e il pilota: Alonso aveva sempre difeso a spada tratta il team ma dopo essere stato vittima dell’ennesimo calo di prestazione della macchina a metà stagione la sua fiducia negli uomini di Maranello termina.

La stagione 2013 è quella che sancisce la definitiva rottura: la Ferrari parte bene con due vittorie nelle prime gare ma dopo il trionfo netto di Barcellona arriva il solito black out e Vettel apre una striscia di vittorie da record. Durante l’Estate arriva il primo attacco ufficiale: durante un weekend di gara, Alonso critica alla radio gli uomini del box, infastidendo anche Montezemolo che non tarda a rimproverarlo. Alonso non è più il pilota solare della stagioni precedenti: i rapporti con la stampa diventano freddi e in lui partono tanti pensieri perchè l’età avanza e il culmine della carriera si avvicina inesorabile. Deve scegliere se continuare a credere nel progetto Ferrari che lo ha sempre deluso o scegliere una nuova macchina con cui puntare al terzo Mondiale personale.

La stagione in corso vede Vettel di nuovo umano ma al suo posto il duo Mercedes è inarrivabile. Non arriva nemmeno una vittoria e le delusioni sono sempre più cocenti e arriva quindi la decisione definitiva: il contratto che lega Alonso alla Ferrari fino al 2016 verrà sciolto. L’asturiano non vuole aspettare un progetto a lungo termine come quello proposto da Mattiacci e Marchionne. La sua probabile destinazione sarà la McLaren-Honda, con l’obiettivo poi di puntare il posto di Hamilton in Mercedes nel 2016.

Al suo posto arriva proprio il nemico Vettel, 27 anni e già quattro titoli, oltre al record di pilota più giovane ad aver vinto un GP (Monza 2008). Dispiace per Alonso, pilota più forte del Mondo a detta di molti, che avrebbe meritato almeno un titolo Mondiale in questi cinque anni, ma al contempo la Ferrari ha piazzato un grandissimo colpo prendendo il pilota campione del Mondo in carica. Resta però la consapevolezza che Vettel non può fare miracoli (si è visto in questa stagione) e quindi più del pilota servirà una grande macchina, sennò il dominio Mercedes resterà tale anche nella prossima stagione.

Armando Zavaglia