I cittadini non si arrendono e cercano in ogni modo di salvaguardare anni di cultura e di religione. Il Santuario di Sant’Umile, ormai diventato l’emblema di tanti errori, ha comunque tanti fedeli pronti a rimettervi piede, con tutta una serie di iniziative che, perlomeno, dimostrano la volontà di riaccogliere tutti gli eventi religiosi che caratterizzano, da secoli, la vita della cittadina. Ora arriva anche la sottoscrizione per il restauro del Santuario, con i fedeli che invitano le persone a elargire un piccolo contributo…
Da seguire, dunque, i seguenti parametri:<< Santuario Sant’Umile Restauro Convento; Codice Iban: IT 44 F 07062 80880 000000110936 ; Causale: Contributo Restauro Convento>>. Un gesto significativo, con il quale si cerca di far breccia e sensibilizzare il più possibile. La delusione ora è mischiata anche alla rabbia, con i bisignanesi rammaricati anche dalla poca considerazione avuta a livello regionale, e soprattutto nazionale, dove la figura del secondo Santo di Calabria fatica ad emergere, nonostante i tanti fedeli sparsi un po’ su tutto il territorio. La scarsa visione mediatica che ha avuto il santuario negli anni ha contribuito all’attuale empasse, ma i bisignanesi, comunque, non mollano e lo hanno dimostrato anche il 26 novembre scorso, anniversario della morte del Santo, quando accorsero ad accendere una candela nella sua casa natale di Via Pulitia, del quartiere “San Pietro”. La lentezza degli interventi e il rischio ripetuto di una mancata processione hanno lasciato l’amaro in bocca sul popolo, perplesso da tutti gli aspetti della vicenda, sia politici e soprattutto religiosi. Qualche libero professionista del luogo si era anche offerto con le proprie consulenze di intervenire sul luogo dello smottamento, ma le richieste dei vari ingegneri e geologici (i quali si erano offerti a titolo totalmente gratuito) sono state snobbate. I cittadini, attendono, inoltre qualche mossa dal comitato creatosi la scorsa estate, che era riuscito a mobilitare una buona fetta di popolazione con una fiaccolata, per poi interloquire anche con il presidente della Provincia, Mario Oliverio.
Massimo Maneggio