BISIGNANO Una piattaforma quasi dimenticata: sono lontanissime le proteste che soltanto un anno fa attraversano la città di Bisignano in merito all’impianto. Dall’occupazione simbolica del municipio di Collina Castello, quando salirono sino al colle i contadini con i trattori, al silenzio quasi più assoluto, passa tutta una protesta che si è affievolita nel corso del tempo, nonostante non sia cambiata di una virgola la convenzione tra la Regione Calabria e il Comune di Bisignano per la costruzione della piattaforma tecnologica dei rifiuti, che dovrebbe ospitare 180mila tonnellate di rifiuti l’anno prodotti dall’area Calabria Nord. Il Comune difende la scelta, sempre premettendo che l’impianto dovrà servire solo per la raccolta differenziata, mentre gli ambientalisti rimarcavano gli aspetti critici della piattaforma collocata in una zona a forte vocazione agricola come quella cratense, preoccupati per ricadute sulla salute e l’economia locale. Su piattaforma e dintorni è intervenuto anche l’ex segretario dell’Udc, Graziano Fusaro, che non ha nascosto l’amarezza sulla questione, partendo dal scarso interesse attuale: «Probabilmente ora la gente è disillusa – dichiara Fusaro – dopo essersi spesa e, nonostante le proteste, le istituzioni non hanno tenuto conto del malessere cittadino, continuando il loro iter, effettuando dei sopralluoghi e procedendo nell’operazione». Per Fusaro i primi colpevoli sono gli uomini della maggioranza: «L’amministrazione comunale ha avuto veramente un brutto atteggiamento, dopo un anno e mezzo dalla convenzione in tanti abbiamo studiato le carte e sviscerato gli aspetti tecnici. Nell’ultimo Consiglio comunale, dove la partecipazione del pubblico è stata esigua, addirittura ci siamo sentiti dire che sul luogo ci sarà quasi una sorta di parco giochi dove portare i nostri figli». Infine, l’ultimo pensiero di Fusaro: «Su questa piattaforma, che dovrà smaltire i rifiuti dell’area settentrionale calabrese (quindi, non soltanto la parte prettamente cosentina), si vuole passare l’idea che non inquini. Assolutamente, non è così».
Masman