Quel ragazzo si chiamava Luigi: a due anni di distanza da quanto accaduto, la famiglia del bisignanese assassinato ha voluto ricordare l’atleta di kick boxing con una serie di testimonianze.
La storia è ormai tristemente notoria, l’omicidio di Luigi Fumarola è stato l’episodio più grave di questa comunità.
Era stato già realizzato un documentario sulla vicenda, a un anno dalla scomparsa – L’ultimo ring (cliccare).
Testimonianze per quel ragazzo di nome Luigi
Tutto questo serve per sottolineare come la perdita tragica di una giovane vita, qualunque sia stato il suo trascorso, il suo destino, implica la consapevolezza di dover rimanere concentrati, vigili e assicurare sicurezza ai cittadini. Cittadini di ogni ceppo sociale, condizione, stato e vissuto. Quel ragazzo si chiamava Luigi, ma poteva anche essere Aldo, Danilo, Nicola ecc…
Eppure dovrebbe essere forte la voglia di giustizia e di ascolto: di stare insieme come comunità, di costruire, insieme alle varie istituzioni, una rete di solidarietà, per rimarginare queste ferite e superare questi dolori. Dovrebbe, appunto.
Raccontare il dolore e le ferite di una comunità – per molti – è stato visto come un segno di debolezza. Ma anche mettere la testa sotto la sabbia non porterà risultati.