Quello che ci insegna l’Atletico Madrid

Letture: 2389

 

Certe volte il calcio sa regalare delle storie di vita che vanno al di là del rettangolo di gioco, donandoci insegnamenti da portare per sempre con noi. La favola dell’Atletico Madrid campione di Liga e prossimo finalista di Champions nonostante un monte ingaggi e un fatturato nettamente inferiore rispetto alle più quotate Real, Barcellona, Milan e Chelsea è un grandissimo insegnamento, come detto ieri da Diego Pablo Simeone durante la festa nella Fontana di Nettuno. Il lavoro paga sempre e tutto è possibile se ci si impegna (e in un periodo di crisi morale ed economica come quella che sta attraversando il mondo oggi questo insegnamento vale davvero tantissimo), anche vincere una Liga che dal 2005 vedeva il duopolio Barcellona-Real Madrid; anche arrivare in finale di Champions dopo 40 anni e battendo squadre molto più quotate.

La filosofia cholista del “partido por partido” è la dimostrazione chiara di come i limiti individuali possono essere abbattuti tramite la ferocia tattica e l’aiuto reciproco tra compagni di squadra. Esattamente come nel famoso monologo di Al Pacino, i giocatori colchoneros hanno lottato l’un l’altro guardandosi negli occhi, consapevoli che qualora uno di loro fosse caduto ci sarebbe sempre stato un compagno pronto ad aiutarlo. Così, centimetro per centimetro, o meglio partita per partita, i biancorossi sono riusciti in quella che sembrava impossibile solamente lo scorso Agosto, soprattutto in considerazione della vendita del vero grande fuoriclasse dell’Atletico, Falcao. In realtà però il fuoriclasse di questa squadra è l’allenatore, capace di prendere l’Atletico in zona retrocessione durante il Dicembre 2011 e portarlo, anno per anno, prima a conquistare l’Europa dei piccoli e la Supercoppa, poi a dominare nei trofei spagnoli e infine, sabato prossimo, a giocarsi in uno splendido derby in finale il trono d’Europa.

I meriti del Cholo sono tantissimi, perchè ha reso straordinari giocatori che non lo erano ma che grazie all’abnegazione e alla cooperazione (l’importanza del gruppo: altro grande insegnamento del Cholo) sono riusciti a raggiungere questi traguardi. Così, mentre in porta c’è un immenso portiere come Courtois, in difesa Godin e Felipe Luis non erano certo dei fenomeni prima che arrivasse il Cholo. Stessa cosa per Juan Fran, trasformato dalla cura Simeone. A centrocampo l’esempio è ancora più emblematico, considerando che ci giocano due scarti della Juventus, cioè Diego e Tiago, giocatori che in Italia hanno deluso mentre in Spagna stanno dando tantissimo. Nello stesso reparto non si può dimenticare Arda Turan, giocatore turco decisivo anche in Champions, e Koke, la cui famiglia da sempre tifa biancorossa. Grandissima è stata anche la stagione del capitano Gabi, mentre in avanti due giocatori, oltre ad un buonissimo ma non straordinario Villa, hanno deciso questa Liga, cioè Diego Costa e Raul Garcia. Il primo è la vera sorpresa della stagione, eguagliando addirittura il bottino di gol del primo anno di Falcao all’Atletico. Purtroppo un infortunio lo ha limitato da Aprile in poi e adesso rischia, insieme ad Arda Turan, di saltare la finale di Champions. L’altro, Raul Garcia, non è attaccante ma centrocampista, ma non lo si direbbe viste le medie realizzative tenute dallo spagnolo durante questo campionato. Vero dodicesimo giocatore e spacca partite, Raul Garcia è la dimostrazione chiara del Cholismo: nessuno indispensabile ma tutti pronti, anche per un solo minuto di gioco, a dare l’anima e la vita in campo. Qualunque squadra dopo aver perso due dei suoi migliori giocatori e aver subito l’1-0 al Camp Nou sarebbe crollata, ma l’Atletico no e lo ha dimostrato soffrendo poco nel secondo tempo di Barcellona con i sostituti che hanno lottato fino allo stremo per non rendere ancora più drammatiche le lacrime di Diego Costa. Se tutto questo è stato possibile non bisogna nemmeno dimenticare lo staff del Cholo, ringraziato pubblicamente dall’argentino durante la conferenza post partita di sabato.

Adesso sabato l’Atletico dovrà riuscire a superare anche le probabili assenze di Diego Costa e Arda Turan infortunati (nemmeno il Real però ride: fuori sicuro Xabi Alonso, a rischio CR7 e Benzema) per dimostrare che in fin dei conti, come dimostrato in questa bellissima Liga, tutto “se puede”.