Referendum al Nord, il silenzio del Sud

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Non é colpa di Lombardia e Veneto se il Sud è in una situazione disastrosa ma di una politica meridionale asservita che continua a subire per convenienza ed incapacità. Oggi di fronte all’autodeterminazione di queste regioni nel chiedere maggiore autonomia, il meridione continua a rimanere silenzioso, inetto ed indifferente alle forti istanze che vengono da una parte importante del Paese.

Detto in termini molto concreti ed elementari, gli amici lombardo veneti vogliono più soldi, più strade, più ferrovie, più aeroporti, più trasporti, più scuole, più parchi, più infrastrutture, più servizi, più ricchezza, in questo senso intendono l’autonomia.

Il Sud e la Calabria non hanno nulla di tutto ciò ma ci si muove poco e al rallentatore, l’acquiescenza e l’essere asserviti ai partiti centralisti prevale.

Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti, Il referendum appena svolto non è altro che un semplice pretesto per riportare l’attenzione su una problematica che da anni domina la scena, la questione settentrionale.

Da considerare che da sempre, la drammatica situazione sociale ed economica e le conseguenti inefficienze  delle regioni del mezzogiorno sono, strumentalmente,  le leve utilizzate da rappresentanti del nord, per chiedere di più.

Si continua inoltre a sottacere la realtà di quanto avvenuto in termini di lavoro, infrastrutture e servizi garantiti che uno Stato onnipresente in tutto ha garantito con il massimo dell’assistenza nei territori più ricchi.

Questo non è accaduto solo nei tempi d’oro dell’industrializzazione, dei pacchetti finalizzati al profittodi alcune grandi imprese, delle realizzazioni di autostrade, viadotti e ferrovie ma continua ancora, basti pensare che negli ultimi anni oltre il 90 percento di contributi statali per infrastrutture da parte del Cipe,  Comitato per la Programmazione Economica, è stato erogato alle regioni del nord e solo una parte residuale inferiore al 10 percento alle regioni meridionali.

Di fronte a questi dati inconfutabili una politica meridionale dormiente dimostra la totale inadeguatezza, responsabilità e mancanza di intraprendenza per ribaltare una situazione di pluriennale, storica soccombenza che si trasforma sempre più in abbandono.

Invero l’autonomia è un bene da valorizzare per tutti i territori, è una risorsa, una  possibilità di crescita che non può essere trasformata in diseguaglianza e odiosa sperequazione che si perpetua senza fine ed è auspicabile che in ogni regione s’inizi a discutere di federalismo differenziato ed autonomia affinché se ne assuma consapevolezza ai fini di una partecipata decisione e scelta.

E’ di evidente importanza, quindi, l’iniziativa del Consigliere Regionale Orlandino Greco che ha chiesto al Presidente del Consiglio della Calabria l’inserimento di un punto all’ordine del giorno sul tema del Decentramento Amministrativo e del Federalismo.

L’occasione, oltre ad essere unica, dà la possibilità di assumere il senso e significato vero di quanto accade ma soprattutto di ciò che si vuole realizzare in Italia e nel sud, mettendo da parte ogni paura ed atavico pregiudizio.

Urge determinare il nuovo attraverso provvedimenti mirati che esaltino ogni differenza, ogni specificitàe vocazione da trasformare in valore aggiunto a servizio delle comunità.

La forza per una grande Italia si costruisce nell’unione di terre e popoli in una organizzazione decentrata per funzioni e competenze con il ritorno alle province storiche e alla creazione di macro regioni aventi finalità di programmazione.

In questo quadro e contesto Il meridione sarà una risorsa, prima che per se stesso, per l’intera Nazione ma occorre  che dal silenzio si passi ai fatti e si affronti la sfida dell’autonomia e corresponsabilità analizzando e confrontandosi con pari dignità sulle istanze che provengono da Lombardia, Veneto e dalle altre Regioni Italiane, determinazione e competenze non ci mancano.

Raffaele Papa
Coord, IdMProv. di Cosenza