Reggio Calabria: Scoperta discarica abusiva grazie a Google Maps

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Quando il web aiuta le forze dell’ordine, tutto diviene più semplice ed efficace: grazie ad un’applicazione di Bing Maps, infatti, i carabinieri del Noe di Reggio Calabria, sono riusciti in breve tempo ed identificare e sequestrare un discarcia abusivia situata in una vallata a sud di Reggio Calabria.
La scoperta su Google è stata “quasi casuale” ha spiegato il procuratore aggiunto Ottavia Sferlazza. Tutto il resto è invece frutto di accertamenti sul campo, di riprese fatte con gli elicotteri dei carabinieri e di riscontri documentali. A “Bing Maps” resta tuttavia il merito di aver fornito la prova principe. Ossia i fotogrammi del momento esatto in cui i mezzi di 16 diverse ditte scaricavano senza autorizzazioni, commettendo il reato.
Quanto basta per mettere in moto gli investigatori dei capitano Nicola De Tullio del comando provinciale e Marco Minutoli del Nucleo operativo ecologico.

Dalle foto satellitari gli investigatori si sono accorti che all’interno dell’area di proprietà della ditta Eko Mrf, i camion scaricavano materiale edile su un costone della collina. Gli investigatori hanno accertato che un’intera piccola vallata era stata riempita con materiale di scarto di lavori edili. Per nascondere la stessa discarica, secondo gli investigatori, l’amministratore della Eko Mrf, Bruno Martino, nel 2005 aveva presentato una dichiarazione di inizio attività di realizzazione di terrazzamenti per piantare un uliveto.

La societa’ di smaltimento sversava in maniera incontrollata materiale di risulta da lavori edilizi nel vallone.

L’indagine, ha spiegato in conferenza stampa il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza, ha colpito tutta la catena dello smaltimento, dal trasporto alla discarica. La legge prevede meccanismi di corresponsabilita’ lungo tutta la filiera, per questo oltre al titolare delle ditte che si occupavano dello smaltimento in senso stretto, sono stati denunciati anche i titolari delle ditte di trasporto e i mezzi utilizzati.

Fonte: dal web