Lettera al Primo Ministro Matteo Renzi
Le vittime dell’incidente ferroviario tra Andria e Corato tingono di sangue i verdi e secolari uliveti delle Puglie. Si inabissano, in un groviglio di lamiere di un vagone, le speranze di quanti nel viaggio coltivavano il sogno di rendere migliore la terra del Sud. Non pensavano di incontrare la morte, su un binario unico. Il dramma di Andria si somma in un tempo nel quale il Sud continua a bruciare. Troppe volte la cronaca ci rende protagonisti di disgrazie che vorremmo farne a meno. Essa, ( si dice per dovere) riporta articoli strazianti di lamenti di madri e figli spersi nella cocente terra dei Padri che hanno fatto il callo a non avere niente. La gente ( lo sai ) qui è abituata a vivere con poco, ma non dimentica di pagare le tasse prima di recitare le preghiere alla sera. Poi, il dramma lo scontro delle locomotive, sotto il sole a mezzogiorno. Le lacrime si consumano nel dolore dei familiari marcando visi incavati nel lampo del tragico momento. Si fa strada un misto di rabbia e impotenza, in tutti noi, che non trova rassegnazione per una morte assurda. La composta umanità e solidarietà della Comunità pugliese prevale tra tanto, intenso dolore. La ragione, quella umana, quasi sempre cerca un movente, una causa, una colpa. Cosicché la res pubblica prova a lenire, prontamente, i dolori originati nella fitta storia di atti mancati per il Sud. Attoniti partecipiamo, ancora oggi, a vite spezzate dalle ferraglie di un binario che dritto porta le anime nell’infinito. Questa terra, naturalmente bella, che oggi piange in ginocchio i suoi figli spera che la luce dell’alba del nuovo giorno incoraggerà Lei sig. Presidente e gli uomini del suo governo a pensare, veramente, come fare per contribuire a renderla ancora più bella.
Rosalbino Turco, Bisignano (cs), già Consigliere Provincia di Cosenza