E’ concreta l’ipotesi sulla ripresa dei rastrellamenti e le ricerche sul territorio di Alexandra Roxana Radac. La ventenne romena è sparita dalla sua abitazione in via dei Cappuccini il 19 settembre scorso. Da quel giorno, di lei, non si hanno notizie certe. A denunciarne la scomparsa ai carabinieri della locale stazione è stata la madre, preoccupata dell’assenza della figlia. Alla vigilia del terzo mese dalla scomparsa trapela la notizia della ripresa delle ricerche sul territorio con l’ausilio dei nuclei speciali e attrezzatura all’avanguardia. Dopo le prime infruttuose ricerche, era calato il silenzio anche se, gli inquirenti, hanno continuato il loro lavoro. E’ stato fatto il punto sul materiale sequestrato anche durante le perquisizioni domiciliari effettuate nell’imminenza della scomparsa, sulla telefonata ricevuta dal padre in Romania, sui numerosi edinsistenti interrogatori di persone che, a vario titolo, hanno avuto a che fare con la ragazza la mattina della scomparsa o che comunque, i loro numeri comparivano sui tabulati telefonici della ventenne. Quasi sicuramente le perlustrazioni sul territorio ripartiranno da Bisignano per oltrepassare i confini territoriali e allargarsi ai comuni di Santa Sofia d’Epiro ed Acri.
Resta avvolto dal segreto istruttorio, il motivo che spinge gli inquirenti a riprendere le perlustrazioni e le ricerche e, se queste, saranno mirate e dettate dai riscontri fatti o anche a seguito di eventuali pedinamenti. Sul territorio, per un mese ed oltre, ci sono state perquisizioni e rastrellamenti che hanno visto impegnati reparti speciali dei carabinieri e dei vigili del fuoco, coadiuvati da associazioni di volontariato, anche con l’uso di cani molecolari e l’assistenza aerea del nucleo elicotteristi dell’Arma. Ma della ragazza nessuna traccia. Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Cosenza ed affidate al pm Antonio Bruno Tridico continuano ad avere un fascicolo aperto contro ignoti, per sequestro di persona. Il fatto che riprendono le ricerche sul territorio, fa pensare al peggio tenuto conto che, difficilmente, si poteva tenere nascosta la ragazza per ben tre mesi: l’ipotesi più accreditata resterebbe l’omicidio d’impeto.
Del caso si sono occupati anche i Ris di Roma che hanno analizzato, fra l’altro, il materiale rinvenuto nel corso dei rastrellamenti per appurare se quei reperti possono, in qualche modo, avere un collegamento con la scomparsa della ventenne. Così come della vicenda si sta interessando la Procura rumena che nel particolare sta cercando di riscontrare la veridicità della telefonata al padre. Se quella voce fosse di Alexandra, cambierebbe totalmente lo stato delle cose. Alexandra ha un figlio di quattro anni in Romania, aveva comprato un test di gravidanza e qualche sera prima della scomparsa aveva litigato di brutto con la mamma. Nonostante tutto questo tempo, il caso resta aperto ad ogni soluzione perchè ogni soluzione resta comunque ancora possibile
Rino Giovinco
su: Gazzetta del Sud del 17/12/2015