“Il Palio è un patrimonio della nazione e deve essere tutelato da tutte le istituzioni italiane come ogni manifestazione che esprima la cultura, la storia, le tradizioni, la socialità dei nostri territori“
(Franco Ceccuzzi)
Bisignano è situata nella media valle del Crati ed è una piccola cittadina in provincia di Cosenza che riesce, però, ad essere grande quando vuole far rivivere le proprie tradizioni e la propria storia. Questo avviene con l’ormai tradizionale appuntamento del Palio del Principe. Una manifestazione che è stata ripresa nella forma attuale in tempi piuttosto recenti (si tenne infatti per la prima volta il 28 e 29 Settembre del 1991), tuttavia affonda le sue radici in tempi remoti, facendo risalire le sue origini almeno all’epoca dell’imperatore Carlo V, e più precisamente alla sua visita al Principe Pietro Antonio Sanseverino ed alla Città di Bisignano nel novembre del lontano 1535. Bisignano, per la sua posizione geografica strategica e per i suoi fertili terreni, è stata meta di grandi conquiste, basti pensare ai Romani, ai Longobardi, ai Normanni, agli Angionini e gli Aragonesi. Proprio con questi ultimi vide uno dei suoi momenti storico-culturali più significativi. La città fu comprata dal fisco, per concessione di Ferrante d’Aragona, da Luca Sanseverino, già duca di San Marco, che ne fece il capoluogo del suo principato e tale rimase fino al 1806. I Sanseverino di Bisignano fu una di quelle dinastie derivanti dal ceppo Aragonese, che governarono il mezzogiorno d’Italia per molti anni.
Il Palio del Principe quest’anno si farà rivivere a Bisignano nella settimana che va dal 18 al 25 Giugno ma è indubbio che l’attesa e l’organizzazione di un tale evento inizi già molti mesi prima. Il Palio, a Bisignano, infatti ha assunto negli ultimi anni e soprattutto nei giovani del paese un motivo di aggregazione sociale e culturale senza precedenti in questo piccolo centro. La terza Domenica di Giugno dunque, si terrà il tradizionale Corteo Storico in costumi rinascimentali, anch’esso affonda le sue radici in epoche ormai remote, quando nel, 1704, il figlio di Carlo Maria Sanseverino faceva il suo ingresso nel principato, ma probabilmente una cerimonia che ha attestazioni storiche in epoche già antecedenti. Prima dell’inizio del corteo, in Chiesa viene intonato il Te Deum e viene recitata un’orazione in lode dei Principi. Il Corteo, che l’anno scorso ha visto partecipare più di 400 figuranti accompagnati dai cavalieri e dagli sbandieratori, dopo aver attraversato in lungo e in largo le vie del paese ha raggiunto la piazza principale dove è avvenuto l’incontro fra il Principe e i cittadini e alla fine quest’ultimo ha ricevuto simbolicamente le chiavi della città. I giorni che precedono l’atto conclusivo che consiste nella ormai famosa giostra cavalleresca tra i vari quartieri del centro storico del paese, i cavalieri ricevono l’investitura ufficiale e solenne dal vescovo e banchettano, insieme agli abitanti dei loro quartieri che rappresentano, con una festa propiziatoria. Anche la spettacolare giostra è attestata nei documenti ufficiali fin dal 1400. Infatti all’epoca i Palii, diventarono un obbligo per i Principi delle corti italiane, specialmente di quelli amanti dei cavalli e del lusso. Il Torneo, che all’inizio mantiene ancora forti legami con la pratica guerresca vera e propria oggi è stato rimodulato dagli organizzatori del Palio del Principe rispettando sia la sensibilità del pubblico che la tutela dei cavalli in una sfida ad eliminazione diretta improntata all’agonismo sportivo e finalizzata al puro divertimento che avrà luogo nello stadio comunale “F. Attico”.
Il Palio del Principe di Bisignano non è soltanto una manifestazione che fa ricordare ai bisignanesi le loro nobili origini ma è anche una speranza per il futuro di questa città. Una speranza che si legge negli occhi lucidi e negli enormi sorrisi dei bambini che si affacciano dal balcone delle loro case indicando i cavalli e i fantini che scorazzano per le vie della città. Per le bambine rappresentano il loro principe azzurro che già dalla tenera età sognano invece per i maschietti rappresentano la potenza e la velocità. Dunque il Palio riesce a suscitare emozioni e sentimenti che nessun poeta e nessuno scrittore potrebbero descrivere almenochè non lo vivano in prima persona.
Roberto Adimari