«E’ un disastro: l’emergenza scoppierà in maggio e ancor più grande sarà in luglio quando sarà satura la discarica di Pianopoli», dice l’assessore regionale all’Ambiente, Franco Pugliano. Il bubbone è esploso. La gara transnazionale è saltata. O meglio la commissione, che doveva giudicare l’unica domanda che ha partecipato al bando internazionale, ha rilevato che una delle società riunite nell’associazione temporanea di imprese non ha l’iscrizione alla Camera di Commercio. Un cavillo burocratico o forse no. In ogni caso, proprio l’emergenza rifiuti torna ad essere oggetto di scontro all’interno della stessa maggioranza, con una nota di critica da parte del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Ennio Morrone, che dice di avere un piano per risolvere il problema.
Intanto, dal punto di vista tecnico, lunedì il rilievo, che annulla la gara per la commissione, sarà protocollato al responsabile del procedimento. Un colpo di scena. Nel rossanese, nell’Alto Jonio cosentino, ci sono sindaci che tirano un sospiro di sollievo perchè temevano di vedere il porto di Corigliano diventare approdo di navi mercantili e non di imbarcazioni da diporto, ma quello che è certo è che, se pure arriveranno i turisti in Calabria, vedranno strade invase dalla spazzatura. Il punto è chiaro: ogni giorno la regione produce 1.200 tonnellate di immondizia in più rispetto a quanto riescono a trattare gli impianti di Tmb (meccanico biologico) presenti sul territorio, considerando che il cosentino non ha un impianto, non lo ha mai avuto, nè voluto. Intanto si è andati avanti con l’ordinanza contingente e urgente, quell’atto firmato dal governatore che, fino a maggio, da’ la possibilità di scaricare il “tal quale” a Pianopoli che per luglio chiuderà, per saturazione.
E non è tutto. La necessità di esportare rifiuti nasceva anche dall’esigenza di ristrutturare le macchine e questo vuol dire chiudere per qualche mese, da qui la necessità di istruire la gara per il transnazionale. A questo punto per non finire tutti inondati da tonnellate di immondizia c’è solo una strada, quella che la Regione aveva già individuato: ovvero chiedere al governo poteri speciali, o almeno delle deroghe. L’appuntamento con il governo potrebbe esserci già la prossima settimana. Il punto è che con le dimissioni, ormai imminenti, del governatore lo scenario peggiora e non di poco, perchè chi si prenderà l’onere di firmare gli atti? «Le soluzioni rimaste non sono tante – dice Pugliano – anche perchè la grana rifiuti non è di facile soluzione e non solo per la politica, ma per i calabresi. Ci resta da fare una gara d’emergenza per l’estero, col rischio, come è accaduto in passato, di veder tutto bloccato dal Tar, oppure possiamo essere autorizzati a sversare tal quale negli impianti che dovrebbero però lavorare a ciclo continuato. Ma spetta al governo centrale dare tali poteri».
LA RICHIESTA AVANZATA PER I POTERI SPECIALI
E a chi, se il governatore si fa da parte? Sono queste le perplessità dell’amministrazione regionale e se quello dei rifiuti è un caso emblematico di un’emergenza che dura oltre un decennio va detto pure che, per fare gare, capire come agire, costruire un impianto (come quello di Bisignano, pronto alla gara d’appalto) servono tempi che in questo momento la Calabria non ha, visto che l’ordinanza che autorizza a sversare il tal quale termina a maggio e il bando transanazionale è ormai annullato. E’ Roma il ministero all’ambiente, ma anche al presidenza del consiglio dei ministri adesso che è investita del caso. Ed è necessario far presto.
Tornando alla polemica politica, Morrone è stato categorico: «Lo stato in cui versa l’emergenza rifiuti è ormai ad un punto di non ritorno. E, malgrado l’impegno profuso dal Dipartimento Ambiente della Regione, ad oggi, non si sono ottenuti i risultati sperati, con l’ultima ipotesi di trasferire i rifiuti all’estero fallita».
«Da sempre – aggiunge Morrone – la provincia di Cosenza è stata tacciata di essere l’area meno attrezzata della regione per affrontare il problema. Ed è per questo che ho voluto incontrare, unitamente ai miei consulenti, gli operatori del settore per avviare un attento studio sulle criticità e sulle potenzialità esistenti in modo da affrontare, e tentare di risolvere, la questione. Dopo una lunga ed articolata analisi si è giunti alla conclusione che, con un adeguato e puntuale piano d’emergenza, si possono smaltire le 750 tonnellate giornaliere prodotte proprio dalla provincia di Cosenza nonché risparmiare, rispetto gli attuali costi, qualcosa come il 40 per cento, creando al contempo circa 500 nuovi posti di lavoro».
«La proposta non appena perfezionata – conclude – verrà portata all’attenzione delle istituzioni deputate, dunque sia all’assessorato regionale all’Ambiente che alla Prefettura di Cosenza che stabiliranno poi, come loro competenza vuole, azioni e tariffe da porre in essere. Occorre tuttavia, che ci sia una precisa volontà istituzionale di risolvere finalmente l’annosa problematica tramite impegno, lavoro e concertazione».
Andreana Illiano
su Il Quotidiano Web