Riflessioni del 30-08.2015
La comunità cratense è in festa per celebrare Sant’Umile. Il secondo santo di Calabria, come ogni ultima domenica d’agosto, è l’assoluto protagonista sul territorio, attraverso i festeggiamenti civili e religiosi che coinvolgono il territorio bisignanese e quello dei comuni limitrofi. Per quanto concerne i festeggiamenti, dopo la processione di ieri sera per le vie del centro storico, oggi spazio per la classica fiera che si snoderà dal santuario sino alla chiesa di San Domenico, mentre questa sera si esibirà il duo formato da Fabio Curto e dai Cantannu Cuntu nella piazza del viale Roma. Sul piano religioso, si terranno varie messe nello spazio del santuario con la benedizione, inoltre, degli abitini per i bambini. La festa, come ogni anno, divide praticamente a metà la città, e ciò accade dal febbraio 2010, quando uno smottamento ha interessato il santuario, costringendo prima alla sua chiusura totale e poi a una riapertura parziale che, comunque, priva ancora oggi i fedeli del luogo di culto nella sua interezza. Attendendo ancora i lavori sulla parte interessata dalle frane, quella di Sant’Umile sembra essere una figura che sul territorio non è mai stata valorizzata sino in fondo: alla grande devozione dei fedeli, non è mai seguita una vera e propria opera di promozione per come avviene nelle altre città. Canonizzato dal 2002, Sant’Umile è stato, in un certo senso, anche “accantonato”: zero progetti di marketing turistico, un film sulla sua storia ben presto accantonato e, in generale, la poca voglia di rilanciare la sua figura sono ingredienti ancora palesemente registrabili. L’ipotetico turista che vorrebbe visitare il santuario e i luoghi di culto a esso connessi, intanto, si scontrerebbe con alcuni problemi pratici, come il pernottamento in zona (nessun bed and breakfast è presente nell’area circostante al santuario) che costringerebbe i visitatori a prenotare a circa sette chilometri dal luogo di culto, non c’è alcun ristorante nei paraggi, e le guide turistiche non si sono mai viste nei dintorni. Eppure, Sant’Umile ha una storia tutta da raccontare e un messaggio cattolico di primo livello, in linea anche con i recenti insegnamenti di Papa Francesco su una chiesa votata al perdono e al rifiuto dell’appariscenza: l’allora Lucantonio Pirozzo fin da giovane manifestò il dono di continue estasi, tanto da essere chiamato “il frate estatico”, che lo costrinsero a subire una lunga serie di prove e di umiliazioni, inflitte dai superiori allo scopo di assicurarsi che provenissero realmente da Dio. La volontà di Lucantonio, però, è tale da superare queste prove, assicurando la presenza di Dio con l’esclusione d’inganni e trucchi diabolici, per iniziare un percorso religioso che lo porterà a essere ben conosciuto, amato e stimato, in primis dai suoi confratelli. La sua opera ecclesiale crebbe notevolmente, tanto che i papi Gregorio XV e Urbano VIII lo ricercavano soventemente per trarre da lui consigli e insegnamenti: un riconoscimento importante, considerando anche il fatto che l’umile frate bisignanese era un semplice analfabeta e contadino, che dedicava il suo raccolto al Signore. Una figura religiosa, quindi, di primissimo livello guida spiritualmente la città di Bisignano: diffondere la sua storia è un dovere da realizzare in tutte le forme possibili.
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