Scorribande carnevalesche per le vie di Bisignano

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Fino a qualche tempo fa, per le vie del paese e nei giorni di Carnevale si assisteva alle scorribande carnevalesche. Oggi, percorrendo quegli stessi luoghi di quel passato magico poco o niente è rimasto. Soltanto qualche giovanastro travestito di un costume improvvisato giocherella in compagnia dei suoi coetanei e timidamente chiede qualche denaro ai passanti infervorati dai problemi quotidiani. Eppure, il ricordo delle bande mascherate è vivo nella memoria dei meno giovani allorché si assisteva alle cosiddette ‘mbuvelli. Donne e uomini mascherati su carri agghindati che ballavano e cantavano al suono dell’organetto, del tamburello e della chitarra battente. Entravano nelle case in piena notte a svegliare gli inquilini, a mangiare e bere vino. Stanze della memoria che rivivono nelle foto custodite gelosamente dai più anziani. “Canta lù gallu e scoutula lì pinni, lassamu ‘a bonasira e jamuninni”, alla fine della serenata si cantava in questo modo, a ringraziare gli ospitanti per l’accoglienza ricevuta e il disturbo arrecato. Non c’era bisogno d’inventarsi i travestimenti, una mimetica militare e una calza di nailon in testa, un vecchio cappotto con cappellaccio, vesti da notte, lenzuola e mantelline. Uomini travestiti da donna e viceversa a voler significare le origini della festa pagana in cui tutto appariva rovesciato, in una realtà fondamentalmente al contrario, dove anche i servi per pochi giorni diventavano padroni. Ricordi di una società di altri tempi direbbero i più anziani, mentre per i giovani dell’informatica soltanto un linguaggio incomprensibile.

03/03/2014 – Alberto De Luca