SCUOLOPOLI 2 – LA VENDETTA (DELLA GELMINI)

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A richiesta di alcuni visitatori: SCUOLOPOLI 2 – LA VENDETTA (DELLA GELMINI) di Massimo Maneggio

scuolopoliAnno di grazia 2025. Il Milan ha vinto il suo nono scudetto di fila, bruciando all’ultimo momento la corazzata Salernitana e la neopromossa Molisana di Campobasso. Zac Efron è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America ed ha imposto High School Musical in tutti i cinema della California, la benzina ha raggiunto il prezzo record di 6000 $ al barile; un chilo di pane costa, in media, 10,33 euro;

 Bill Gates ha investito tutti i suoi innumerevoli risparmi nel nucleare; Fabri Fibra conduce “Porta a porta” con ottimi ascolti auditel. E la scuola? Eh miei cari, la scuola è migliorata un casino!
Altro che nel 2008, dove c’erano troppi professori, troppi alunni, troppi bidelli.

Tutto era troppo. In principio il verbo era troppo e tutti esageravano: soldi buttati a destra, a manca e al primo laureato che passava. Ora, anno di grazia 2025, le cose sono cambiate. Per voi, cari uomini del passato, un rapidissimo riepilogo. Nella scuola primaria (da anni è stato abolito il termine “scuola elementare”) incomincia il primo processo di maturazione per i futuri automi. La scuola primaria non è il luogo del facile apprendimento: la promozione deve essere sudata. Il bambino capisce subito chi comanda: il maestro unico. “Special teacher” non ruba lo stipendio e lavora ventiquattro ore su ventiquattro.
E’ un tuttofare: corregge i temi, insegna le equazioni, spiega la storia romana e nell’intervallo prepara anche la merenda a base di pane e olio di ricino di merluzzo. Nonostante questo, la media dei bambini che non ce la fanno è insostenibile: il 40% dei bambini non supera gli esami di quinta. I maestri non si disperano: aumentare i ritmi sarà la migliore medicina. Per la scuola media (nomenclatura rimasta invariata, grazie al voto di Brunetta in parlamento) i passi in avanti sono stati strepitosi grazie ad una nuova fantastica idea: la retrocessione.

Già, i ragazzi non vengono bocciati ma declassati in classi inferiori. Perdono due anni in un amen ‘sti deficienti che non riescono a studiare quattordici facili materie come l’aramaico, il cinese, lo zulu e l’educazione al risparmio, materia fortemente voluta da Giulio Tremonti. Anche se non è tutto oro quello che luccica. Nasce qualche problema ed è emblematico il caso di Riccardino Zotti: bocciato in seconda media, retrocede in quinta primaria, ricorre al TAR, passa in prima media, si rivolge al TAS di Losanna e viene ripescato in terza media. Il motivo è presto detto: ogni classe deve contenere per legge venti alunni, per meriti o per ripescaggi poco importa. La scuola dell’obbligo è il terzo passo verso la felicità.
Il Ministro Gelmini ha abolito licei, istituti tecnici, istituti professionali e altro ancora. Diventano tutte scuole dell’obbligo, con buona pace degli studenti. Le materie da studiare vengono sorteggiate ogni anno: nel 2025 Iva Zanicchi ha beccato dall’urna “Italiano”, Paolo Maldini ha preso “Matematica”, Maurizio Gasparri, tanto per cambiare, ha regalato agli studenti una nuova materia: “Vado in televisione ogni sera perchè ho una bella faccia”. Gli studenti fanno autogestione e insegnano le materie a vicenda, con i ragazzi di quarta ad insegnare in terza e così via. Una gran bella mossa: gli studenti guadagnano qualche soldo per comprare vestiti alla moda, lo Stato risparmia qualche milione d’euro. E dopo tanta fatica arriviamo alle ex università, diventate ormai Fondazioni Private per lo Studio e lo Sviluppo. Retta annuale: 11250 euro pagabili in tre comode rate da 3750 euro, con alloggi e servizio mensa gratuiti. In ogni Fondazione sono iscritti circa 133 alunni, in perfetta media con gli altri paesi della CEE. Anche in questo caso non c’è distinzione allo studio, perchè guardare al profitto è l’obiettivo primario, per la formazione ci sarà tempo. La Fondazione offre parecchi servizi con l’utilizzo di tre aule per lezioni, un laboratorio informatico, una palestra e una sala proiezioni dove vedere le fiction Mediaset. Nelle aule non ci sono professori ma androidi in grado di sviluppare sessanta ore di lezioni con una memoria inferiore a dieci gigabyte.
Le lavagne sono state sostituite dalle reclame più note: l’Adidas ha cacciato un milione di dollari per assicurarsi l’aula 1, la “Coca Cola” grazie alla fusione con la “Red Bull” ne ha sborsati altri due per la palestra e il “Salumificio Rossi” è diventato sparring partner della mensa. Dei 2660 laureati, il 99,9 % consegue la laurea con il massimo dei voti, mentre il restante 0,01 % abbandona gli studi dopo aver vinto qualche milione d’euro a poker. Questa è l’Italia che ho sognato la scorsa notte, un’Italia impensabile: ma figuriamoci se questa sarà la scuola del futuro, se esiste un’università che si trasforma in fondazione, se esiste la Gelmini…Se questa Italia esiste, allora vi prego, svegliamoci, svegliatevi, facciamo svegliare chi ancora dorme e fa finta di nulla: il nostro futuro, ahimé, è in mani sbagliate! Sperando che l’incubo, il nostro incubo, ritorni nel luogo degli inferi.

Massimo Maneggio