Si è conclusa in queste ore una delle ultime telenovele del calciomercato italiano, cioè il passaggio di Alessandro Diamanti al Guangzhou per 7 milioni di euro all’anno (contratto triennale). Perdiamo così l’ennesimo grande giocatore del nostro campionato, con l’aggravante di perdere un italiano e un probabile membro della spedizione azzurra in Brasile quest’estate.
La domanda che sorge spontanea è se è davvero possibile che nel mondo del calcio il denaro conti così tanto. Molti dicono che nel prendere questa decisione un ruolo importante ce l’abbia avuto la moglie del giocatore, di origini cinesi, ma sinceramente ci credo ben poco. E’ possibile che un giocatore di 30 anni, con l’ultima chance di giocare un mondiale di fronte a sè, metta a rischio il coronamento di una carriera per denaro? Evidentemente purtroppo si, e Diamanti (dietro l’immagine di personaggio indipendente e contrario ai luoghi comuni) è solo uno dei tanti calciatori che, <<affascinati dal progetto>> e dalla possibilità <<di insegnare ai propri figli una nuova lingua>>, lascia un campionato competitivo (?) come quello italiano per un altro dove i ritmi di gioco saranno molto più bassi, il livello tecnico ancor di più, con la possibilità reale di ritrovarsi a maggio senza il ritmo partita giusto per affrontare quello che si preannuncia un mondiale atleticamente difficile per le condizioni climatiche brasiliane.
C’è tanta amarezza quindi nel vedere che il giocatore usato spesso da Prandelli a partita in corso per cambiare le sorti della gara (esemplare la sua entrata contro l’Inghilterra ad Euro 2012, con splendida prestazione e rigore segnato) possa non darci una mano in un percorso non facile dove dovremo vedercela con un demonio come Luis Suarez e contro la sempre temibile Inghilterra.
C’è tanta amarezza anche nel leggere le ultime dichiarazioni dell’agente di Fabio Quagliarella (ormai sesta scelta nell’attacco juventino), che si lamenta per una mancanza di rispetto da parte della Juve nei confronti del suo assistito, tacendo sul fatto che il giocatore che rappresenta era stato avvertito da tempo di essere l’ultimo attaccante nelle gerarchie di Conte. Forse, e questo l’avvocato Bozzo non lo dice, a Fabio piace molto la possibilità di guadagnare il probabile premio-Scudetto di fine stagione, cifra che avrebbe perso trasferendosi in un’altra squadra nel mercato di gennaio.
La domanda è quindi questa: possono dei ragazzoni che non guadagnano certo noccioline scegliere di buttare anni della propria carriera per arricchire ancor di più il loro già pesante portafoglio? Si che possono, però che peccato. E che vergogna.
P. S. Sono sicuro che non passerà molto tempo prima di leggere qualche intervista o dichiarazione di Diamanti in cui afferma di voler tornare nel nostro campionato (Drogba insegna).