Storia di un’impresA!

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Le favole non tramontano mai e nemmeno quella del Sassuolo ha voluto far calare il sipario, conquistando con una giornata d’anticipo una splendida quanto insperata salvezza in Serie A. Traguardo per nulla scontato, considerando la fine di altre neopromosse nella storia degli ultimi campionati, salite nella massima serie per una sola stagione per poi subito tornare nella polvere della Serie B, senza dimenticare la storia di questa squadra, fino al 2008 mai stata in Serie B e oggi invece capace di garantirsi almeno un altro anno in A.

Tutto parte nell’agosto scorso, quando la vittoria di un prestigioso, per quanto amichevole, Trofeo Tim e il passaggio del turno estivo di Coppa Italia avevano fatto pensare che il miracolo Sassuolo aveva davvero delle ottime basi per restare in A, grazie ad una campagna acquisti non certo spettacolare ma che sembrava sulla carta redditizzia. In realtà era tutto fumo negli occhi, confermato dal disastroso avvio di stagione che vide in successione la sconfitta 0-2 a Torino e il clamoroso 1-4 interno contro il Livorno (con un imbarazzante Rosati in porta che fu subito spedito in tribuna). Per cercare di risolvere questa pessima situazione furono portati in Emilia due giocatori con un buon trascorso in Serie A, come Floro Flores e il portiere Pegolo.

Questi due rinforzi però non aiutarono inizialmente la squadra neroverde a risollevare la china, anzi lo 0-2 di Verona e il pesantissimo 0-7 dell’Inter in Emilia avevano fatto letteralmente vergognare giocatori e tifosi sassolesi, ormai certi che la salvezza sarebbe stata una chimera. Di Francesco e i suoi giocatori però, reduci dalla splendida cavalcata dell’anno precedente nella serie cadetta, erano convinti di non poter essere così brutti e da lì in poi dimostrarono di essere innanzitutto dei grandi uomini, vogliosi di lottare fino all’ultimo secondo di ogni singola partita. Soltanto tre giorni dopo arrivò così il primo punto del Sassuolo in Serie A, in una splendida serata a Napoli dove Zaza rispose al vantaggio azzurro di Dzemaili e addirittura i neroverdi rischiarono più volte di beffare i napoletani. La giornata successiva un’altra conferma del nuovo carattere della creatura di Di Francesco: sotto 0-2 contro la Lazio, prima Schelotto e poi la bellissima punizione di Floro Flores regalarono un altro punto alla squadra di casa.

Adesso era necessario però fare più dei pareggi e così, dopo la sconfitta di Parma, arrivò la vittoria che con il senno di poi è stata quella decisiva per la salvezza: il 2-1 casalingo contro il Bologna grazie ai gol di Berardi su rigore e di Floro Flores. A nulla servì il gol sempre dal dischetto di Diamanti, perchè il Bologna non riuscì a completare la rimonta e perse il primo storico derby tra le due squadre emiliane. La domenica successiva Zaza da pochi passi sbagliò un gol che poteva significare bis-vittoria a Catania, ma il sesto punto ottenuto in nove giornate permetteva al Sassuolo di essere ancora in corsa. La vera giornata svolta fu però quella successiva alla sconfitta interna contro l’Udinese, cioè la vittoria esterna contro la Samp. A Genova successe di tutto: Samp in vantaggio con Pozzi al 19°, poi si scatena il Sassuolo che tra il 49° e il 63° passa sull’1-3 con doppio Berardi e Floro Flores. La Samp però non molla e riesce a pareggiare spegnendo ogni sogno neroverde, alimentato nuovamente all’89° dalla prima tripletta in Serie A del fenomeno calabrese Berardi. 3-4 e trionfo Sassuolo, che adesso crede realmente nella salvezza e cambia completamente volto alla sua stagione andando a pareggiare all’Olimpico 1-1 contro l’allora capolista Roma, vincendo 2-0 in casa contro l’Atalanta e addirittura passando in vantaggio 2-0 al Sant’Elia. Qui però succede qualcosa, perchè i gol di Marzorati e di Zaza non bastano e Nene e Sau firmano un pareggio che fa venire tanti rimpianti a Di Francesco, che da lì in poi vede la propria squadra cadere nella disperazione più profonda. L’anno solare infatti si conclude in maniera pessima, perdendo 0-1 contro il Chievo in casa, 0-4 allo Juventus Stadium e 0-1 al Mapei contro la Fiorentina. Il 2014 si apre con un altro crollo, questa volta a Marassi contro il Genoa. Le speranze di salvezza adesso sono davvero basse, il morale è sotto i tacchi e domenica 12 Gennaio arriva il Milan a Sassuolo.

I primi minuti sono da incubo: Robinho e Balotelli portano subito il Milan sul 2-0 e sembra essere segnata anche questa partita, ma quello è soltanto l’inizio del Berardi-show che tra la metà del primo tempo e l’inizio del secondo approfitta di un’imbarazzante difesa rossonera realizzando 4 gol uno più bello dell’altro. A nulla serve il 4-3 di Montolivo (anche grazie alla traversa che ferma Pazzini) perchè il Sassuolo porta a casa tre punti pesantissimi che gli permettono di chiudere il girone d’andata fuori dalla zona retrocessione.

Il vento però cambia velocemente e il glorificato Di Francesco del 12 Gennaio viene esonerato dopo le sconfitte contro Torino e Livorno. Arriva sulla panchina neroverde Malesani che promette una rivoluzione nei risultati e nella squadra, cosa in parte confermata dagli undici nuovi acquisti neroverdi, tra cui Cannavaro, Sansone, Rosi, Manfredini, Biondini e Floccari, al netto delle cessioni di Schelotto, Kurtic e Rosati. La rivoluzione si vede però solo nelle distinte, perchè sul campo la gestione Malesani si ricorderà soltanto per le cinque sconfitte su cinque partite e per il pessimo rapporto tra l’ex allenatore del Panathinaikos e la stella Berardi, culminata nell’espulsione lampo del calabrese contro il Parma. L’esonero per Malesani arriva scontato, come ovvia è la scelta di richiamare l’artefice della vittoria della Serie B in panchina. Di Francesco come prima mossa si affida sui suoi uomini lasciando da parte molti dei nuovi arrivati e il risultato è un buon pari a Bologna, in una partita soporifera e ricordata soltanto per la traversa di Sansone. Il punto bolognese trova seguito 7 giorni dopo in casa contro il Catania, quando il vantaggio iniziale di Bergessio illude i rossoazzurri che subiscono una remuntada fulminante grazie ai gol di Zaza, Missiroli e Sansone. Vittoria pesantissima quella neroverde, che però la domenica successiva imbatte in una sconfitta per 1-0 in casa dell’Udinese. Comincia così un’altra mini striscia negativa, con le sconfitte con Sampdoria e Roma, ma questa stagione del Sassuolo ha fatto capire che non bisogna dare mai per morti i neroverdi, anzi è forse nei momenti negativi che riescono a dare il loro meglio. Comincia così la striscia positiva che ha portato la salvezza in Emilia: si comincia con una vittoria per 2-0 a Bergamo (doppio Sansone) che infrange il record di vittorie consecutive per l’Atalanta e si passa per il pareggio pieno di rimpianti contro il Cagliari in casa. Questo percorso però porta ad un’altra tappa decisiva, cioè il sabato di Pasqua del Bentegodi, dove il solito Berardi trafigge Agazzi e porta il Sassuolo a tornare padrone del proprio destino. Le altre pericolanti infatti sembrano essere messe peggio dei neroverdi e la conferma si ha dopo la sconfitta interna contro la Juve, che lascia il Sassuolo fuori dalla zona B grazie al tonfo casalingo del Bologna contro la Fiorentina. Il resto è storia recente, perchè martedì scorso al punto conquistato dal Bologna il Sassuolo risponde con la clamorosa vittoria 3-4 a Firenze, grazie ad un meraviglioso Berardi ancora autore di una tripletta e al sigillo finale del sempre più decisivo Sansone. Adesso davvero il sogno è ad un passo, perchè Bologna-Catania e Sassuolo-Genoa possono significare salvezza se il Bologna perde o pareggia e il Sassuolo vince. La cronaca di ieri ci racconta proprio questi risultati e il trionfo neroverde grazie ad una sofferta, nell’andamento, ma meritata vittoria contro il Genoa e la contemporanea debacle del Bologna in casa. Adesso il sogno è realtà, la Serie A non sarà un posto di passaggio per il Sassuolo ma, chissà, forse una certezza.

I protagonisti principali di questa impresa sono senza dubbio: Pegolo, che nonostante i numerosi gol subiti più volte è stato un fattore positivo nella stagione del Sassuolo; Magnanelli, capitano coraggioso che ha vissuto tutta la scalata dalla C alla A e adesso si gode una salvezza da protagonista puntando su una confermA; Sansone, Floro Flores e Zaza, non moltissimi i loro gol ma tutti decisivi e in momenti chiave della rincorsa alla salvezza; Berardi, giocatore-lusso per una pericolante, che merita una big a mani basse perchè senza di lui questa salvezza non sarebbe stata nemmeno minimamente possibile; Di Francesco, grandissimo allenatore della scuola di Zeman (come confermano le statistiche dei gol subiti) che si salva senza mai aver rinnegato la sua ideologia di gioco, tutta all’attacco.

Adesso però se questo risultato lo si vorrà confermare servirà un mercato totalmente diverso da quello dell’estate scorsa, seguendo il volere del mister confermato anche per la prossima stagione. Ma adesso ci sono sette giorni di festa, dove San Siro sarà una tappa premio per questi grandissimi ragazzi.