La missione di Daniel Engelbrecht, 24enne dello Stuttgarter Kickers (terza serie tedesca), è quellam di dare forza a chi soffre. Il 10 agosto 2013, durante la gara con l’Holstein Kiel, collassò a terra a causa di un problema cardiaco. I medici lo salvarono per miracolo. O, come pensa Daniel, per volontà di Dio, che attraverso di lui vuole dare un messaggio di speranza. Riscontrato un problema al cuore, gli è stato impiantato un defibrillatore sotto la pelle. Nonostante questo, lo scorso 22 novembre è tornato in campo. Non potendosi affaticare ha giocato 7 minuti col Rot Weiss Erfurt. Stessa cosa il 6 dicembre, quando Daniel è riuscito a segnare all’ultimo secondo il gol del 2-1 col Wehen. Per poi ripetersi col Sonnenhof. Due reti in 68 minuti totali. Abbastanza per essere eletto miglior giocatore in Germania a dicembre. Lui sogna la Bundes, ma la sua missione è un’altra: far capire a chi.
“Provo orgoglio. Ho vissuto una tragedia, ma ora posso trasmettere forza a migliaia di bambini malati. Prima di Natale molti genitori mi hanno scritto per chiedermi di mandare loro gli auguri e ho passato ore a girare video. So che per loro sono un modello”.
Del giorno del malore ricorda che “prima mi tremavano le gambe, mi girava la testa. Poi ricordo di essermi svegliato e di aver visto i miei compagni con le mani nei capelli. In mezzo una sensazione strana: la vita mi è davvero passata davanti agli occhi. Ho visto flash di quando ero bambino e provavo quelle emozioni lì. Sentivo che stavo per morire, ma ricordo di aver pregato di poter fare del bene e di restare con la mia famiglia”.
Quando ha realizzato la prima rete dopo l’incidente “in quell’istante ho capito che ero tornato come calciatore. Che nessuno mi stava regalando nulla. È stato il momento in cui ho capito che la mia battaglia era stata vinta”.
Armando Zavaglia