Basta guardare qualcuno in faccia un po’ di più, per avere la sensazione alla fine di guardarsi in uno specchio. Spesso ci si domanda come mai in Italia si è potuto raggiungere lo sciagurato stato di crisi d’identità sociale che si sta attraversando. La risposta è contenuta nella precarietà della nostra classe politica. Dinanzi alle problematiche sociali che ci affliggono quotidianamente il politico di turno si ritrova a sbraitare dai palchi soltanto promesse elettorali. La scena si ripete sempre e nel seguente modo: piazze affollate, urla, applausi e fischi. La sensazione alla fine è quella di guardarsi allo specchio e cogliere il fatto che ciò che siamo nel presente non è altro che il frutto dei nostri errori passati. Onorevole Michele Trematerra ma perché continua imperterrito a sottrarsi alla pancia del popolo? In futuro con i castrovillaresi si dovrà mascherare da Pifferaio magico. “Con il decreto 191 che ha accorpato gli ospedali di Castrovillari ed Acri ha commesso un atto da molti considerato scellerato e frutto dell’arroganza politica che si riconduce alla famiglia Trematerra” (fonte: Vincenzo Alvaro ABMreport.it ). Alla Regione Calabria, invece, dal giorno 6 di febbraio, risultano depositate ottomila firme di cittadini Calabresi che attendono una sua risposta in merito alla modifica di una legge regionale “truffa” (L. R. 11/2003) grazie alla quale sono state erogate una miriade di cartelle di pagamento, veri atti “estorsivi” nei confronti di cittadini, i quali spesso non posseggono alcun reddito, emanate attraverso Equitalia dai Consorzi di Bonifica per il conseguimento dei soli fini istituzionali (155.135.966,12 milioni di euro di passivo). Onorabile Michele Trematerra è giunto il momento di fare un passo indietro, scendere dal palco elettorale e indire subito un tavolo di trattative con i cittadini calabresi che reclamano ragione ed equità, altrimenti dovrà considerare anche il fatto di rinunciare al suo elettorato.
09/02/2013 Alberto De Luca