Trasporti, rimane l’utopia

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BISIGNANO Se la zona della Sibaritide si lamenta, a buon ragione, della difficoltà dei trasporti dovuti anche ai recenti tagli ferroviari, nella parte cratense questa è ormai una storia vecchia, con la mancanza di collegamenti ormai nota e persistente. Sul fronte dei trasporti, la città bisignanese non ha avuto un adeguato ammodernamento, complice la crisi ma anche un disinteresse generale sull’argomento. È ancora notevole il numero di studenti e lavoratori che, quotidianamente, prendono un pullman per raggiungere i loro luoghi di destinazione, costretti spesso a fare delle levatacce per compiere un tragitto di una trentina di chilometri o addirittura inferiore. Per la città di Bisignano, che può contare anche su uno svincolo autostradale di raccordo (come quello dello scalo di Torano), un passo in avanti sui trasporti appare ancora un’utopia. La stagione 2013-2014 dei trasporti ha registrato le solite (e inascoltate) lamentele degli studenti universitari, che hanno un unico collegamento diretto con l’ateneo: arrivo fissato alle 7.40 di mattina e partenza per il ritorno alle 18.30. Non certo un orario straordinario, soprattutto nel periodo invernale, ad accentuare anche la stanchezza di una giornata di studi. Nell’estate 2012, c’era stato anche un interessamento dell’amministrazione comunale sulla vicenda, con l’istanza alla Regione Calabria di rivedere le tratte per gli studenti universitari, con orari più consoni e linee più efficaci. La richiesta fu accantonata in un cassetto e, da allora, nessuna novità è emersa all’orizzonte. Il diritto alla mobilità bisignanese potrebbe essere certamente migliorato con un po’ di buona volontà, anche in virtù dell’utopia riproposta in ogni campagna elettorale da ogni schieramento politico, con la ripopolazione del centro storico da realizzare nell’affittare i vecchi immobili agli studenti universitari. Al contrario, sono proprio gli studenti bisignanesi che, stanchi delle condizioni non eccellenti in fatto di orari, preparano le loro valigie per avere una stanza a Rende o Cosenza, evitando così mattinate stressanti e frenesie nelle coincidenze con gli orari universitari. Proprio questa migrazione, seppur stagionale, cresce di anno in anno, lasciando così la città senza giovani a confrontarsi, per esempio, su tematiche di interesse comune, come dimostrato anche in ogni manifestazione pubblica. Ci sarà un’intera estate per riflettere su ciò, nella speranza di una maggiore concretezza dei servizi.

Massimo Maneggio